«Mi perdoni, ma con la mia auto bruciata non posso arrivare in Commissariato»…

Donna con disabilità motoria, attivista impegnata anche per i diritti delle persone con disabilità con la Federazione FISH Campania, Maria Venditti è presidente del Consiglio Comunale di Telese Terme (Benevento) e questa notte si è vista dare la propria automobile alla fiamme. Mentre sono in corso le indagini per individuare i responsabili del gesto, arriva la ferma condanna della FISH Nazionale, che sottolinea soprattutto cosa possa significare un atto del genere, per una persona come Maria Venditti, in termini di limitazione della mobilità e dell’autonomia
Auto bruciata di Maria Venditti, giugno 2022
Quel che resta dell’auto di Maria Venditti, data alla fiamme nella notte a Telese Terme (Benevento)

Questo è quanto leggiamo oggi sulla testata «Ottopagine.it – Benevento»: «In fiamme la scorsa notte l’auto della Presidente del Consiglio Comunale di Telese Terme (Benevento). Quando è scattato l’allarme sul posto sono accorsi i vigili del fuoco e gli agenti del Commissariato di Telese Terme e i carabinieri. Completamente distrutta la parte anteriore dell’auto che ha purtroppo subito danni ingenti. Sull’accaduto sono ora in corso le indagini della Polizia. Come sempre in questi casi nessuna ipotesi viene tralasciata, a partire da quella che a scatenare l’incendio possa essere stato l’azione sconsiderata di qualcuno. Ipotesi ovviamente ora al vaglio degli investigatori».
La Presidente del Consiglio Comunale di Telese Terme si chiama Maria Venditti, è una donna con disabilità motoria, attivista impegnata anche per i diritti delle persone con disabilità con la FISH Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Per far capire meglio ai Lettori e alle Lettrici cosa può significare per una persona come lei un atto del genere, in termini di limitazione della mobilità e dell’autonomia, preferiamo cederle direttamente la parola, riprendendo qui di seguito quanto ha pubblicato nella sua pagina Facebook.
«Questo è ciò che resta della mia auto, dopo che qualcuno l’ha destinata alle fiamme questa notte. L’intervento pronto delle forze dell’ordine, la collaborazione dei vicini, dei coinquilini ha non solo evitato una strage ben più grossa ma ci ha anche permesso di ricostruire l’accaduto con prontezza. Non so se c’è qualcosa che io debba capire, non so se c’è solo da dimenticare. Mi è di certo consegnata, adesso, tutta la fatica e lo sforzo di cercare una soluzione, di impegnarmi nella risoluzione dell’atto inqualificabile e dello sgomento che lascia. Non da sola, posso confidare in ciò. Ho avuto accanto fin da subito la vicinanza fattiva dei miei affetti, della mia comunità. L’impegno immediato delle forze dell’ordine. É nel loro lavoro che confido, ora più che mai. Colpire la mia auto è stato, nel mio caso, colpire la mia persona direttamente. Significa impedirmi la libertà di movimento, la possibilità di autonomia. Muoversi in sedia a rotelle elettronica vuol dire avere un’auto con un allestimento specifico – peraltro costoso e difficile da reperire – per potersi concedere la mobilità indispensabile, oltre che necessaria, senza possibilità di alternativa. Questa mattina l’ho realizzato nella sua brutalità, quando a fronte della chiamata per l’interrogatorio in Commissariato di Polizia ho risposto “Certo, arrivo subito!” per poi dover ritrattare con un “Mi perdoni, senza la mia auto non posso raggiungere il Commissariato. Potremmo vederci da me?”. Ringrazio quanti di voi ci sono e ci saranno. Spero che tutto questo dolore, come ogni volta, possa servire a qualcosa».
Parole che non lasciano spazio a troppi commenti, purtroppo.

Ferma condanna dell’accaduto arriva daVincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH, «di fronte a un atto che colpisce una donna con disabilità, attivista nella nostra Federazione Regionale della Campania, volendo presumibilmente colpirne l’attività politica in àmbito di Consiglio Comunale».
Anche Falabella pone l’attenzione sul fatto che «bruciare l’auto di una persona con disabilità significa sostanzialmente impedirle la libertà di movimento, ciò che rende l’atto vandalico ulteriormente intollerabile, senza contare che a quanto ci risulta questo tipo di azioni non godono nemmeno di copertura assicurativa, il che non fa che aggiungere danno al danno».
«Come FISH – conclude il Presidente della Federazione – valuteremo anche l’eventuale costituzione di parte civile, nel caso vengano identificati gli autori del gesto e sottoposti a procedimento penale». (S.B.)

Share the Post: