Una nuova disciplina sportiva è stata provata dai degenti di Montecatone – la nota struttura specializzata nel settore delle lesioni midollari e cerebrali – che nel parco storico della struttura stessa hanno sperimentato il baseball in carrozzina. Infatti, i tecnici dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Tozzona Baseball Imola, in sinergia con i terapisti occupazionali di Montecatone, hanno fatto provare ad alcuni pazienti dell’Unità Spinale questa nuova attività e insegnato le nozioni basilari di lancio, battuta e presa.
Tra le Federazioni sportive iscritte al CIP (Comitato Italiano Paralimpico), figura anche la FIBS (Federazione Italiana Baseball Softball), che a partire dagli Anni Ottanta ha promosso un importante lavoro per l’inclusione alla pratica sportiva paralimpica delle persone non vedenti.
Il progetto Homerunners, presentato all’Istituto di Montecatone dalla citata Associazione Tozzona Baseball Imola e dall’altra Associazione Sportiva Dilettantistica Ferrara Baseball Softball Club, intende proporre la medesima opportunità anche a persone in carrozzina, assecondando un modello già ampiamente sperimentato negli Stati Uniti, dove il wheelchair softball è una disciplina riconosciuta con Federazione propria, statuti e regolamenti codificati.
Se si parla dunque di wheelchair softball ci si riferisce a una variante dello slowpitch softball, a propria volta versione “semplificata” del baseball. Due squadre di nove giocatori si affrontano alternandosi, per un numero prestabilito di riprese, in fasi di attacco e difesa. Nella fase di attacco la squadra in battuta deve segnare più punti possibile, spingendo avanti i corridori in un percorso di quattro basi, mentre la squadra in difesa ha il compito di contenere l’attacco avversario, che termina appena vengono realizzate tre eliminazioni.
Sono previsti alcuni adattamenti, ovvero la palla è di dimensioni maggiori e più leggera di quella tradizionale e i giocatori non utilizzano il guantone nella fase di difesa, ciò che permette di avere entrambe le mani libere per i movimenti in azione. Inoltre non esiste eliminazione da parte del lanciatore (strikeout).
È possibile giocare su asfalto, linoleum, parquet o altra superficie che favorisca la velocità delle carrozzine. Le basi sono disegnate a raso e con dimensioni maggiori rispetto al tradizionale. Perché il corridore sia dichiarato “salvo”, ovvero arrivi in base senza essere eliminato, è sufficiente che tocchi la superficie della base con una delle ruote.
La proposta di questa nuova disciplina nel percorso riabilitativo ha l’intento di adattarsi ai diversi livelli di autonomia raggiunti dai pazienti. Per le loro caratteristiche, infatti, queste discipline sono in grado di accompagnare il percorso riabilitativo a vari livelli, potendo passare dallo sport in carrozzina in movimento allo sport in carrozzina statico, fino ad arrivare allo sport in piedi. Una proposta, quindi, modulabile a seconda delle autonomie di ogni persona. (V.C. e S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Vito Colamarino (vito.colamarino@montecatone.com).