“Vulnerabili tra vulnerabili”: il 12° Rapporto sui diritti dei minori in Italia

Anche nel nuovo rapporto sui diritti dell’infanzia e dell'adolescenza prodotto dal Gruppo CRC, che monitora il rispetto dei princìpi sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, vi è ampio spazio per i minori con disabilità, spesso definiti come “i più vulnerabili tra i vulnerabili”. Tale tema viene trattato trasversalmente in varie parti del rapporto, oltreché con alcuni focus specifici, ma ribadendo ancora una volta la mancanza di dati quantitativi e qualitativi sulle persone di minore età con disabilità, in particolare nella fascia da 0 a 5 anni

Bambino con disabilità in carrozzinaAttivo dalla fine del 2000, il Gruppo di Lavoro per la CRC – più semplicemente Gruppo CRC – svolge da allora un’azione di monitoraggio sul rispetto dei princìpi sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC), entrata in vigore il 2 settembre 1990 e ratificata da oltre 190 Stati. L’Italia lo ha fatto il 27 maggio 1991 con la Legge 176/91.
Sono oggi un centinaio le associazioni e le organizzazioni che fanno parte del Gruppo CRC e tra di esse vi sono ad esempio anche l’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), aderente alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), L’abilità di Milano o la Fondazione Paideia, impegnate sul fronte delle persone con disabilità, in quanto nei vari rapporti prodotti in questi anni dal Gruppo vi è sempre ampio spazio anche per i minori con disabilità, spesso proverbialmente definiti sulle nostre pagine come “i più vulnerabili tra i vulnerabili”.

Recentemente è stato pubblicato il dodicesimo rapporto (I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. 12° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia), rispetto al quale si apre così un ampio editoriale ad esso dedicato: «Questo rapporto viene pubblicato a quasi due anni di distanza del precedente, un lasso di tempo in cui sono intervenuti eventi che ci hanno posto dinanzi a scenari e difficoltà nuove: la pandemia da COVID-19 prima e il conflitto in Ucraina poi, hanno avuto e avranno un impatto enorme sulle generazioni presenti e future. Famiglie, Scuola, Servizi stanno vivendo un affaticamento che mette in luce la necessità di un supporto e di un investimento ormai non più rinviabile. Povertà minorile, denatalità e cambiamenti climatici sono fenomeni che il Gruppo CRC continua a monitorare con crescente preoccupazione alla luce dei dati disponibili che mostrano come le misure sinora adottate non siano sufficienti e non abbiano generato l’impatto sperato».

«E tuttavia – si legge ancora – si tratta anche di un periodo di grandi opportunità perché finalmente l’infanzia e l’adolescenza sono entrate con maggior attenzione nell’agenda politica, anche grazie al ruolo del Terzo Settore e del Gruppo CRC: oggi nel dibattito pubblico si parla in maniera più strutturata di accoglienza nelle emergenze, di servizi educativi per la prima infanzia, di scuola, di salute mentale, di disabilità e benessere dei più giovani. Nel 2021 a livello europeo è stata proposta (e poi approvata in questo 2022) la Strategia dell’Unione Europea sui diritti dei minorenni 2021-2024, insieme alla Garanzia Europea per l’Infanzia, mentre sempre quest’anno è stata lanciata la nuova Strategia del Consiglio d’Europa sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2022-2027). A livello nazionale, invece, è terminato quest’anno l’iter di adozione del 5° Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva (cosiddetto “Piano Infanzia”) e a fine marzo è stato inviato alla Commissione Europea il Piano d’Attuazione Nazionale della Garanzia Europea per l’Infanzia (PANGI). Ora occorre dare concretezza alle priorità emerse e alle azioni previste mettendo a disposizione risorse adeguate».

«Ci sono quindi tutti i presupposti – è la conclusione – affinché questo momento storico, che ha messo a nudo le fragilità dei sistemi di promozione e protezione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, soprattutto per i bambini più vulnerabili, sia colto come un’occasione per ripensare le politiche dell’infanzia e dell’adolescenza, mettendo a sistema e garantendo una governance efficace rispetto alle priorità identificate nei recenti Piani adottati e le risorse rese disponibili a livello europeo e nazionale».

Per quanto riguarda le parti specificamente dedicate ai minori con disabilità, va detto che come nei precedenti rapporti, il tema viene trattato trasversalmente in vari capitoli, con alcuni focus specifici e ribadendo ancora una volta quello che viene definito come «un annoso problema», ossia «la mancanza di dati quantitativi e qualitativi delle persone di minore età con disabilità, in particolare nella fascia 0-5, già oggetto di raccomandazione in passato e questione su cui l’Italia era già stata attenzionata nel 2019 da parte del Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia».
Particolarmente interessanti, poi, le conclusioni del paragrafo Il diritto all’istruzione delle persone di minore età con disabilità, ove «il Gruppo CRC raccomanda: 1. Al Ministero dell’Istruzione, ma anche a tutto il Governo, di predisporre gli opportuni strumenti (es., direttive, linee guida, etc.) per garantire il diritto dei minorenni con disabilità ad un effettivo “processo decisionale supportato”, predisponendo un’idonea attività formativa per gli operatori scolastici (insegnanti di sostegno, insegnanti curriculari), sociali/sanitari ed i familiari delle persone con disabilità; 2. Al Governo in attuazione della Legge 227/21 [Legge Delega in materia di disabilità, N.d.R.], di rafforzare l’interrelazione tra singoli piani di sostegno (come il PEI-Piano Educativo Individualizzato) ed il progetto di vita del minorenne e come i singoli contesti devono essere modificati, anche utilizzando lo strumento dell’“accomodamento ragionevole” previsto dall’art. 2 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità; 3. Alla Conferenza Stato-Regioni di individuare il profilo professionale dell’assistente per l’autonomia e/o la comunicazione con il relativo percorso formativo, onde garantire che tale figura crei interventi volti a modificare i contesti di vita della persona di minore età e fornirgli opportunità perché esso agisca con la maggiore autonomia possibile».
Ancora della Legge Delega in materia di disabilità si parla anche nel paragrafo Salute e disabilità, ove si raccomanda «all’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, unitamente agli altri Ministeri interessati, di dare attuazione in tempi più rapidi e comunque entro i termini previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, alla Legge Delega sulla disabilità attraverso l’emanazione dei previsti Decreti Attuativi, ponendo all’interno di essi particolare attenzione ai bisogni delle persone con disabilità in età evolutiva». (S.B.) 

Ricordiamo ancora il link al quale è disponibile il documento I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. 12° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. A quest’altro link, invece, si può trovare un ampio testo di approfondimento sul Rapporto stesso. Accedendo infine al nostro articolo A trent’anni dalla Convenzione ONU sui diritti dei minori (a questo link), si potrà trovare l’elenco dei nostri contributi dedicati ai rapporti del Gruppo CRC, nella colonnina a destra del testo. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: coordinamento@gruppocrc.net.

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