Ci siamo occupati a più riprese sulle nostre pagine di La mia casa è il mondo, progetto dell’AIPD Nazionale (Associazione Italiana Persone Down), con il quale tale Associazione aveva aderito al bando pubblico EduCare, promosso dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio e finalizzato alla promozione di «interventi progettuali, anche sperimentali e innovativi, di educazione non formale e informale e di attività ludiche per l’empowerment dell’infanzia e dell’adolescenza».
L’iniziativa, conclusasi nella primavera scorsa, è stata realizzata operativamente nei territori delle Sezioni AIPD di Belluno, Brindisi, Campobasso, Caserta, Catanzaro, Frosinone, Latina, Potenza e Trento, coinvolgendo in totale 45 ragazze e ragazzi con sindrome di Down tra gli 11 e i 15 anni. L’obiettivo, mano a mano che la situazione della pandemia migliorava, è stato quello di consentire a preadolescenti con sindrome di Down di “tuffarsi” di nuovo nel mondo e di tornare a vivere il piacere dell’incontro.
«Numerosi studi – avevano ricordato a tal proposito dall’AIPD – hanno evidenziato infatti i disturbi psicologici e fisici sorti nelle persone che si sono trovate a dover rinunciare del tutto alla socializzazione con gli “altri”. E le persone con disabilità intellettiva hanno subito un contraccolpo ancora maggiore, se è vero che il cambiamento o la sospensione di attività abituali e gradite ha accresciuto in loro il rischio di regressione delle abilità faticosamente apprese».
Ora gli sviluppi e gli esiti di quell’iniziativa sono al centro del libro di Francesco Cadelano La mia casa è il mondo. Un progetto per preadolescenti: riflessioni e linee guida (prefazione di Anna Contardi), pubblicato nelle scorse settimane da Erickson, ove si racconta appunto come La mia casa è il mondo abbia portato piccoli gruppi di preadolescenti in nove diverse città diverse a riappropriarsi della loro realtà e a sviluppare nuove autonomie.
Oltre a illustrare le premesse e le diverse fasi del progetto, il volume dà anche voce ai molti protagonisti: i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato insieme ai loro educatori, ma anche i numerosi abitanti del territorio che li hanno accompagnati alla riscoperta di ciò che li circonda e della bellezza del quotidiano. «Ognuno – sottolineano dunque dall’AIPD – potrà portare a casa qualcosa da questa lettura: metodi, buone pratiche, ma anche sorrisi, stupore e la consapevolezza che il mondo è di tutti».
Il libro è stato pubblicato nell’àmbito della nuova collana Erickson “Glicini e mangrovie“, nata da un’idea del compianto Andrea Canevaro, che raccoglie buone prassi, narrazione di esperienze positive, sperimentazioni controllate, conoscenze acquisite e replicabili realizzate da associazioni, cooperative, servizi pubblici e gruppi spontanei, che abbiano il piacere e la necessità di far conoscere le loro realtà, i progetti in atto e le loro finalità. (S.B.)
Ricordiamo ancora il link riguardante il libro La mia casa è il mondo. Un progetto per preadolescenti: riflessioni e linee guida. Per ulteriori informazioni: ufficiostampaaipd@gmail.com.
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