Dovrà servire a individuare, nel limite delle risorse previste, lo sviluppo degli interventi per la graduale attuazione dei LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali) da garantire su tutto il territorio nazionale. Saranno poi le Regioni, sulla base delle indicazioni nazionali, ad adottare i propri Piani, con la programmazione degli interventi e dei servizi necessari per l’attuazione, facendo ricorso al fondo nazionale, eventualmente integrato con risorse proprie: si parla del Piano Nazionale per la Non Autosufficienza 2022-2024 e del riparto delle risorse del Fondo Non Autosufficienze per il medesimo triennio, approvato qualche settimana fa in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni, provvedimento sul quale, come ha sottolineato Donato Toma, presidente della Regione Molise, che per l’occasione ha presieduto la Conferenza delle Regioni, «c’è stata una lunga istruttoria tecnica e una fruttuosa interlocuzione tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e le Regioni».
Riguardo poi agli stanziamenti fissati per il Fondo Non Autosufficienze 2022-2024, essi sono stati fissati in 822 milioni di euro per il 2022, 865,3 milioni per il 2023 e 913,6 milioni per il 2024.
A questo punto, quindi, la “palla” passa alle Regioni i cui Piani dovranno contenere il quadro di contesto e le modalità di attuazione dell’integrazione sociosanitaria; le modalità di individuazione dei beneficiari; la descrizione degli interventi e dei servizi programmati e, in particolare, le caratteristiche dei servizi socioassistenziali volti a promuovere la continuità e la qualità di vita a domicilio delle persone anziane non autosufficienti, comprese le nuove forme di coabitazione solidale delle persone anziane nelle aree indicate, nonché le altre forme di intervento; la programmazione delle risorse finanziarie; le modalità di monitoraggio degli interventi; le risorse e gli àmbiti territoriali coinvolti nell’implementazione delle Linee di indirizzo per Progetti di vita indipendente».
«I Piani Regionali – importante sottolineatura di Donato Toma – dovranno scaturire dopo il confronto con le autonomie locali, le parti sociali e gli Enti del Terzo Settore e prevederanno il coinvolgimento delle organizzazioni di rappresentanza delle persone con disabilità e delle persone anziane non autosufficienti». (S.B.)
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