«In questo spazio dedicato al turismo accessibile ci rivolgiamo a persone con disabilità motoria, illustrando le nostre esperienze personali e tramutandole in indicazioni pratiche per le mete turistiche, a partire dalla nostra Regione, la Campania»: così Adele Fiorenza e Angelo Fusillo, «una coppia disabile-accompagnatore – come essi stessi si erano definiti – sempre insieme nella vita, anche quando vanno in giro per il mondo», avevano presentato a suo tempo il blog COMMA 2, ovvero Turismo accessibile in Campania e nel mondo.
Oggi diamo spazio ad alcuni loro “appunti di viaggio” riguardanti altrettante tappe di un recente tour in pulmino nell’Europa Centrale (le Cascate sul Reno di Sciaffusa, la città francese di Colmar e quella tedesca di Heidelberg), organizzato da Movimondo e dell’Associazione Strasbordo. Sempre, naturalmente, con un occhio vigile anche alle situazioni di accessibilità.
Finalmente siamo tornati a viaggiare e siamo reduci da un bellissimo tour nell’Europa Centrale, che ci ha visto toccare località della Svizzera, della Germania e della Francia.
Qui ci soffermiamo innanzitutto sulle Cascate sul Reno (Rheinfall) di Sciaffusa (Schaffhausen) in Svizzera, le cascate più ampie d’Europa, con un salto di 23 metri da un bacino largo 150 metri; al centro di esse si erge una maestosa roccia che si può raggiungere con un giro in battello, sul quale possono salire anche le persone in sedia a rotelle.
Il sito è molto bello e senz’altro ben accessibile per noi, con parcheggi riservati, bagni attrezzati e il lungolago in buona parte percorribile in sedia a rotelle, oltre al fatto di consentire la partecipazione, come detto, all’emozionante escursione in battello.
Può essere certamente un’idea attraente per un fine settimana, soprattutto per chi abita in Lombardia.
Uno sguardo poi a Colmar, splendida cittadina nella Francia nord-orientale, considerata il concentrato dell’Alsazia, con le sue case colorate a struttura lignea a graticcio, medievali e rinascimentali, e i balconi coperti di gerani.
La città è attraversata dal fiume Lauch e dai suoi canali navigabili, che in passato servivano ai produttori di frutta e verdura per portare i propri prodotti al mercato. Varcando il ponte sul Lauch, si entra nel quartiere della Krutenau, detto anche “la Petite Venise” (“la piccola Venezia”) per via dei canali.
Alla bellezza di questa località, si aggiunge per noi il pregio di un’agevole percorribilità, sia con la sedia spinta a mano che con quella motorizzata; l’acciottolato con cui sono lastricate le strade del centro pedonalizzato ovviamente lo si affronta meglio con le motorizzate, ma nel complesso ci siamo mossi molto bene.
E concludiamo con Heidelberg, nota città della Germania sud-occidentale, situata sul fiume Neckar, affluente del Reno, famosa per la propria Università, fondata nel XIV secolo, e considerata come una delle più prestigiose della Germania, tant’è vero che la presenza degli studenti, non solo tedeschi, si attesta sulle 38.000 unità, a fronte di 151.000 abitanti in totale.
La nostra visita si è svolta tutta nell’Altstadt, la “Città Vecchia” e successivamente al castello, celebre esempio di architettura rinascimentale situato sulla collina di Konigstuhl, cui si accede tramite una funicolare, che può portare al massimo due sedie a rotelle per volta.
Durante il Seicento, sia la città che il castello furono quasi completamente distrutti; l’aspetto odierno risale dunque alle ricostruzioni, per lo più in stile barocco, del Settecento e grazie al fatto che la città ha subìto pochi danni per i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il centro di Heidelberg è molto ricco di palazzi storici.
La visita nella Città Vecchia segue il tracciato della Hauptstrasse, la strada principale, in buona parte pedonalizzata, agevolmente percorsa dalle nostre sedie motorizzate e non, con la sagoma del castello sempre visibile.
È una gran bella città, Heidelberg, piena di storia e di cultura e facile da visitare in sedia a rotelle; anche se ad agosto vi si trova una bella folla, non ci siamo sentiti oppressi né intralciati nel muoverci nella Città Vecchia, perché la gente si distribuiva bene nelle strade opportunamente pedonalizzate.