Ci eravamo già occupati, nel marzo scorso, della Proposta di Legge prodotta dalla Commissione Europea, sotto forma di Direttiva, contro la violenza sulle donne e la violenza domestica.
In sintesi, il testo di quella Direttiva propone di colmare le lacune legislative sulla violenza contro le donne e le ragazze nell’Unione Europea, e in particolare sulla definizione giuridica di stupro, sul riconoscimento delle mutilazioni genitali femminili quali reati e il perseguimento di forme di violenza online, cercando in generale di armonizzare le varie sanzioni presenti, i termini di prescrizione per le azioni penali, guardando anche alle cosiddette forme di violenza “coperte”, nonché all’accesso alla giustizia e ai servizi di sostegno per le donne e le ragazze in tutta l’Unione.
Per quanto riguarda le donne e le ragazze con disabilità, il testo della Commissione Europea ne riconosce i diritti e le necessità, esattamente con quattordici diversi riferimenti in altrettanti settori, tra cui la valutazione dei bisogni delle vittime, i requisiti di accessibilità per le linee di assistenza e le circostanze aggravanti per la violenza nei loro confronti, anche negli istituti.
«E tuttavia – dichiarano dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità – in questo àmbito permangono certamente molte lacune». Per questo lo stesso Forum ha pubblicato una proposta di emendamenti volti a migliorare il testo della Direttiva, in riferimento appunto ai diritti delle donne e delle ragazze con disabilità.
Il primo grande tema sottolineato dall’EDF, che vi ha anche dedicato una petizione online tuttora aperta a ogni adesione (disponibile a questo link anche in italiano), è quello della sterilizzazione forzata delle donne con disabilità a loro insaputa o senza il loro consenso, ritenuta «una forma diffusa di violenza, una pratica dannosa e terribile che si verifica ancora, nel silenzio e nell’impunità, pur essendo proibita dalle Convenzioni Internazionali». L’EDF chiede dunque che essa venga considerata reato in tutta l’Unione Europea, giacché le legislazioni di almeno quattordici Stati Membri dell’Unione ne consentono ancora alcune forme.
Altra importante questione presente nella proposta di emendamenti dell’EDF è quella riguardante la necessità di sostegno adeguato e della formazione dei professionisti di vari settori, «passaggi fondamentali per garantire l’accesso alla giustizia e ai servizi di supporto per le donne e le ragazze vittime di violenza».Pertanto, secondo il Forum, «la Direttiva deve rafforzare il quadro legislativo esistente e richiedere l’accessibilità dei rifugi ove riparano le donne con disabilità vittime di violenza e di altri alloggi provvisori e far sì che gli Stati forniscano la giusta formazione ai professionisti di vari settori sulle necessità e i diritti relativi alla disabilità».
E da ultimo, ma non certo ultimo, quello che è tuttora un tasto dolente in molti àmbiti relativi alla disabilità, vale a dire la carenza di dati statistici attendibili. «Sono necessari – sottolineano a tal proposito dall’EDF – dati e ricerche per identificare le cause profonde della violenza contro le donne con disabilità, dati al momento mancanti. La Direttiva della Commissione Europea, quindi, dovrebbe richiedere agli Stati Membri dell’Unione di disaggregare i dati per disabilità, per poter finalmente disporre di informazioni sicure su cui basare le proprie azioni». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Marine Uldry, responsabile dell’Ufficio Diritti Umani dell’EDF (marine.uldry@edf-feph.org).