Se mancano i fondi, non si può sacrificare la parte più debole della popolazione

«Manca il personale sufficiente per garantire la presenza di un operatore per ogni bambino titolare della Legge 104»: e così, con questa motivazione, il Comune di Imperia non ha concesso alle famiglie di bambini e bambine con disabilità il servizio accessorio del pranzo assistito di competenza comunale, attivato in diversi plessi scolastici dove non c’è il tempo pieno. «Ma se il Comune offre un servizio - dicono dall’Associazione locale La Giraffa a Rotelle -, mancando i fondi e le risorse, non può sacrificare proprio la parte più debole della popolazione, perché questa è discriminazione»
Disegno di una mano che sollevo un omino tra tanti omini. Rappresenta la discriminazione
Una realizzazione grafica dedicata alla discriminazione delle persone con disabilità

«Famiglie di bambini e bambine con disabilità impossibilitate ad usufruire del servizio accessorio del pranzo assistito di competenza comunale, attivato in diversi plessi scolastici imperiesi, dove non è previsto il tempo pieno»: è quanto si può leggere sulla testata «ImperiaPost.it», che ha raccolto la segnalazione in tal senso dell’Associazione locale La Giraffa a Rotelle, spiegando che la motivazione fornita dal Comune «risiede nella mancanza di personale sufficiente per garantire l’assistenza “1 a 1”, ovvero la presenza di un operatore per ogni bambino titolare della Legge 104».
«Questo però non giustifica l’esclusione dei bambini con disabilità – hanno dichiarato le famiglie a “ImperiaPost.it” –: se infatti il Comune offre un servizio deve essere aperto a tutti, altrimenti è discriminazione”.

«Finora sono otto le famiglie che si sono rivolte a noi – hanno spiegato dall’Associazione La Giraffa a Rotelle –, che sono letteralmente disperate, in quanto viene a mancare un importante servizio cruciale nell’organizzazione della vita familiare, specialmente dei genitori che lavorano e non hanno aiuti. Se però il Comune offre un servizio, non può discriminare una certa categoria. Nel bando del documento, infatti, si legge solamente che “le domande pervenute potranno essere accolte compatibilmente con la disponibilità accertata dei posti nel rispetto del rapporto numerico educatori/bambini”, ciò che non significa assolutamente escludere le persone con disabilità. Bisogna infatti calibrare le risorse in modo da dare la stessa opportunità a tutti».

«Se mancano i fondi e le risorse – concludono dall’Associazione imperiese – non si può sacrificare la parte più debole della popolazione, abbandonandola a se stessa. Per questo ci siamo attivati e se queste persone non saranno assistite adiremo le vie legali». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: info@lagiraffarotelle.it.

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