Favorire l’emersione delle situazioni di violenza che coinvolgono le donne con disabilità, aumentando le competenze degli operatori sociali e dei servizi, per superare pregiudizi e stereotipi negativi legati alla disabilità e al genere: punterà a questo il corso di formazione denominato Parole pesanti. Rappresentazione, discriminazione e violenza subita dalle donne e dalle ragazze con disabilità, che si articolerà su cinque incontri successivi, a partire dal 3 novembre, presso la Sala Consiliare del Comune di Seriate (Bergamo).
L’iniziativa formativa, a partecipazione gratuita (ma con iscrizione obbligatoria entro il 31 ottobre), è organizzata dal Gruppo Donne della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), dall’Associazione Aiuto Donna di Bergamo, dal Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi e dal CRABA (Centro Regionale per l’Accessibilità e il Benessere Ambientale), anch’essi componenti della LEDHA, nonché dalla Rete Interistituzionale Antiviolenza – Distretto Bergamo Est e dalla Fondazione della Comunità Bergamasca.
«Questa iniziativa – spiegano i promotori – prende avvio dalla consapevolezza che la lettura e la narrazione delle persone con disabilità sono cariche di pregiudizi e stereotipi negativi, che affondano le loro radici in convinzioni profondamente radicate nella nostra cultura e nella nostra storia, che determinano la prevalenza e la persistenza di pensieri semplicistici e riduttivi: tutto, cioè, viene sempre ricondotto e descritto nell’area della sfortuna, della malattia, dell’incapacità o della sofferenza, ignorando in tal modo i determinanti sociali della condizione di disabilità. L’obiettivo principale è quello di aumentare le competenze del personale delle reti attive sul tema della disabilità, per superare pregiudizi e stereotipi negativi legati alla disabilità e al genere, fornendo inoltre agli operatori dei servizi gli strumenti culturali necessari per intercettare le situazioni di criticità e mobilitare i servizi dedicati al tema della violenza. Parallelamente si punta a promuovere la diffusione delle azioni di sensibilizzazione nei luoghi di vita e di lavoro delle donne con disabilità, con particolare attenzione alle reti/servizi attivi sul tema della disabilità».
«C’è inoltre un ulteriore obiettivo, non certo secondario – aggiungono – la cui rilevanza è anzi centrale: volere cioè stimolare campagne di sensibilizzazione sul tema della violenza che attualmente non sono pensate per le donne con disabilità, campagne in cui la figura della ragazza e della donna con disabilità sia presente nelle forme adatte a far emergere il loro rischio di subire violenza e a riconoscere la relazione tra il fatto violento e la disabilità della vittima. Un lavoro di sensibilizzazione, quindi, per destrutturare, se presente, l’immagine di “eterna bambina” che può essere un ostacolo a considerare la donna con disabilità, come potenziale vittime di violenza».
Articolato come detto su cinque incontri, l’ultimo dei quali sarà aperto a tutte le persone interessate e non solo agli “addetti ai lavori”, il corso si rivolgerà in particolare ad operatori di cooperative e centri anti-violenza, assistenti sociali, educatori, operatori di consultori, ospedali e ASST (Aziende Socio Sanitarie Territoriali), oltreché ad associazioni di persone con disabilità e della società civile del territorio ai familiari e naturalmente a tutte le donne con disabilità.
Nel dettaglio dei primi due incontri, il primo di essi, in programma nella mattinata del 3 novembre, si intitolerà La discriminazione multipla delle donne con disabilità e vi parteciperanno Silvia Cutrera, donna con disabilità, responsabile del Gruppo Donne della Federazione FISH della quale è anche vicepresidente; Laura Abet, responsabile del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della LEDHA e Anna Rossi del Gruppo LEDHA Donne e persona con disabilità.
Al centro di tale appuntamento vi saranno la percezione e il riconoscimento della situazione di violenza subita in alcune sue specifiche manifestazioni: una donna su quattro, infatti, ne è stata vittima, ma senza averne la consapevolezza. Un dato, questo, che pone le basi per una riflessione più allargata sul tema della violenza, abbracciando anche la cosiddetta “violenza abilista”, ossia quella forma di violenza che scaturisce dallo squilibrio di potere tra persone con e senza disabilità, tema se possibile ancora più sommerso rispetto a quello della violenza di genere sulle donne con disabilità e che può coinvolgere anche chi svolge mansioni di cura, formali e informali.
Il secondo incontro, invece, si terrà il 14 novembre, si intitolerà Accessibilità come parola chiave e metterà appunto al centro il tema dell’accessibilità, con i contributi di Armando De Salvatore del CRABA della LEDHA, Luisella Bosisio Fazzi del Gruppo LEDHA Donne e Piera Nobili, architetta e presidente di CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità). (S.B.)
Tutti gli incontri del corso saranno gratuiti, con iscrizione obbligatoria entro il 31 ottobre prossimo (previsti Crediti CROAS- Consiglio Regionale Ordine Assistenti Sociali, per chi frequenterà almeno l’80% degli incontri). Per partecipare è necessario mandare un messaggio a: antiviolenza.rita@comune.seriate.bg.it, indicando cognome, nome, ente di appartenenza e professione. Per ogni ulteriore informazione: ufficiostampa@ledha.it.
Per approfondire i temi trattati nel corso, si può fare riferimento alla sezione La violenza nei confronti delle donne con disabilità, nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa). Più in generale su Donne e disabilità si veda il lungo elenco di testi da noi pubblicati, presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, e anche la sezione Donne con disabilità, ancora nel sito del Centro Informare un’h.
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