C’è anche la richiesta di «un organismo di coordinamento trasversale ai diversi Ministeri, come previsto dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità», tra le istanze poste dalle organizzazioni FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) al nuovo Governo che dovrà formarsi nei prossimi giorni, in una nota congiunta diffusa in occasione dell’insediamento del nuovo Parlamento, che tra ieri e oggi ha provveduto all’elezione dei Presidenti di Camera e Senato. «Un organismo – aggiungono le Federazioni – di cui si dovrà disegnare il ruolo, la struttura e le competenze, rafforzandone le attribuzioni delegate, in modo che non possa essere ritenuto una “riserva” in cui confinare un tema considerato erroneamente marginale, ma che diventi davvero la cabina di regia e di monitoraggio affinché tutte le politiche, e non solo quelle di settore, assumano sempre come rilevanti i temi della disabilità».
«Le istanze che arrivano da milioni di persone con disabilità e dai loro familiari – viene sottolineato da FISH e FAND – sono istanze complesse, drammaticamente presenti in tante quotidianità di cittadini e cittadine che vivono in Italia, ma che ancora non hanno trovato adeguate e strutturali risposte. Sono sfide a dir poco numerose e sempre più urgenti, dai Decreti Attuativi della Legge Delega al Governo in materia di disabilità [Legge 227/21, N.d.R.] al monitoraggio degli impegni assunti con il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza); dall’aumento delle pensioni di invalidità alla lotta alla segregazione, con un maggiore sostegno alle persone con disabilità per la loro autodeterminazione e la vita indipendente; dalle misure e i servizi per il supporto all’occupazione e al mantenimento del posto di lavoro per le persone con disabilità, al sostegno per i caregiver familiari; dai servizi per l’abitare al necessario miglioramento dell’inclusione scolastica. E ancora, l’accesso ai diritti e alla partecipazione civile, gli interventi per migliorare la mobilità e l’accessibilità, il diritto alle migliori cure possibili per tutte le persone con disabilità, nonché il contrasto alla discriminazione multipla delle donne con disabilità».
«Altri nodi fondamentali – si aggiunge – sono ben indicati nella Convenzione ONU, che purtroppo attende ancora un’adeguata attuazione, nonostante siano già passati ben tredici anni dalla ratifica di essa attraverso la Legge 18/09 dello Stato Italiano».
Oltre alla richiesta al nuovo Esecutivo dell’organismo di coordinamento di cui si è detto inizialmente, FISH e FAND chiedono inoltre «che il nuovo Esecutivo si impegni da subito nel prorogare il mandato dell’attuale Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità e del Comitato Tecnico Scientifico di esso, per poter completare i provvedimenti in essere».
Guardano dunque sia al nuovo Parlamento che a quello che sarà il nuovo Governo, FISH e FAND, nel chiedere che venga avviato quanto prima possibile «un confronto e un coinvolgimento delle nostre Federazioni, quali organizzazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità e delle loro famiglie, come indicato dall’articolo 4* della citata Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Dal canto nostro siamo disponibili, come abbiamo già dimostrato con gli ultimi Governi».
«Toccherà dunque al nuovo Parlamento e al nuovo Governo – conclude la nota – avviare questo confronto, anche perché il lavoro da fare è davvero tanto ed è l’ora di dare finalmente una svolta reale e concreta alle politiche sulla disabilità nel nostro Paese». (S.B.)
*Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, articolo 4, comma 3: «Nell’elaborazione e nell’attuazione della legislazione e delle politiche da adottare per attuare la presente Convenzione, così come negli altri processi decisionali relativi a questioni concernenti le persone con disabilità, gli Stati Parti operano in stretta consultazione e coinvolgono attivamente le persone con disabilità, compresi i minori con disabilità, attraverso le loro organizzazioni rappresentative».
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