Grande preoccupazione è stata espressa sia dal Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che dal Comitato ONU per i Diritti dell’Infanzia, organismi che verificano l’applicazione nei vari Paesi rispettivamente della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità e della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, per le migliaia di bambini e bambine ucraini con disabilità che vivevano in strutture residenziali e che sono stati evacuati dalle zone più direttamente interessate dalla guerra verso l’Ucraina occidentale o in altri Stati, nonché, ovviamente, per coloro che sono invece rimasti in aree non sicure.
Risulta infatti la richiesta, da parte del Governo ucraino, che i minori evacuati rimangano insieme nello stesso gruppo, «il che comporta sostanzialmente – secondo i Comitati dell’ONU – che essi devono rimanere in strutture residenziali anziché in ambienti di comunità, quindi ancora segregati in istituti sovraffollati e carenti di personale, dove sono ulteriormente esposti a trascuratezza se non ad abusi. Significa inoltra che in tal modo molti Paesi non possono riceverli».
Oltre dunque a chiedere al Governo ucraino di invertire decisamente la rotta, rispetto alla propria politica di istituzionalizzazione e segregazione dei minori con disabilità, i due Comitati delle Nazioni Unite chiedono agli Stati che li ospitano «di includerli pienamente nei loro sistemi nazionali di tutela dei minori».
Chiedono infine alle varie agenzie umanitarie internazionali, all’Unione Europea e a qualunque altro organismo impegnato in tale àmbito, «di supportare finanziariamente, oltreché con la formazione di competenze, l’Ucraina e gli altri Stati in cui sono stati evacuati i minori, per sviluppare un programma di assistenza familiare in loro favore all’insegna delle adozioni temporanee, comprendendo anche i bambini e le bambine con disabilità». (S.B.)
Ringraziamo André Felix per la segnalazione.