Ancora più accessibile il progetto “Doppio Senso” alla Guggenheim di Venezia

È un’iniziativa quanto mai meritoria, che abbiamo seguito sin dagli inizi, il progetto “Doppio Senso: percorsi tattili alla Collezione Peggy Guggenheim”, con il quale il noto museo di Palazzo Venier dei Leoni a Venezia ha aperto il proprio patrimonio artistico anche al pubblico con disabilità visive, iniziando un processo di sensibilizzazione alla conoscenza dell’arte attraverso il tatto, rivolto a persone non vedenti e ipovedenti, ma anche vedenti. Dopo lo stop imposto dalla pandemia, l'iniziativa è ripartita, con altre importanti novità all’insegna dell’accessibilità
"La voce dell'aria" di René Magritte
“La voce dell’aria” di René Magritte è una delle opere esposte alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia con una riproduzione tattile

È un’iniziativa decisamente meritoria, che il nostro giornale ha seguito sin dagli inizi, nel 2015, il progetto Doppio Senso: percorsi tattili alla Collezione Peggy Guggenheim, con il quale il noto museo di Palazzo Venier dei Leoni a Venezia ha per la prima volta aperto il proprio patrimonio artistico anche al pubblico con disabilità visive, iniziando un processo di sensibilizzazione alla conoscenza dell’arte attraverso il tatto, grazie a una serie di visite guidate e laboratori per non vedenti, ipovedenti e vedenti.
In tal modo, infatti, la Collezione Peggy Guggenheim ha reso il proprio patrimonio artistico ancora più fruibile, grazie alle tante visite guidate proposte nel corso degli anni, che hanno consentito di condurre persone adulte, bambini e bambine con disabilità visiva alla scoperta di alcuni capolavori conservati nel museo, riprodotti in termoform e resina, con matrice realizzata a mano presso il Centro del Materiale Didattico della Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano.

Negli ultimi tre anni, tuttavia, la pandemia ha imposto una battuta di arresto, ma ora, grazie al sostegno dell’azienda ceramica italiana Florim, che dal 2015 è anche parte di Guggenheim Intrapresæ, Doppio Senso può ricominciare, presentando anche un’importante novità. Ad implementare infatti il format oramai consolidato che prevede la visita tattile con Valeria Bottalico, ideatrice e curatrice del progetto, e il laboratorio condotto dal noto artista non vedente Felice Tagliaferri, il museo mette a disposizione un vero e proprio catalogo, che raccoglie le riproduzioni tattili di diverse opere in collezione accompagnate dalle rispettive schede tecniche descrittive, in italiano e inglese, redatte in Braille e in caratteri ad alta leggibilità. Un vero e proprio kit di accessibilità, dunque, sempre disponibile gratuitamente presso la biglietteria della Collezione, fruibile dal pubblico che ne faccia richiesta, e di supporto a una visita condotta in totale autonomia.

Già dal 15 settembre, Superficie 236 (1957) di Giuseppe Capogrossi, La nostalgia del poeta (1914) di Giorgio de Chirico, Verso l’alto (1929) di Vasilij Kandinskij, Uomini in città (1919) di Fernand Léger e La voce dell’aria (1931) di René Magritte, sono esposte all’interno delle sale della collezione permanente con le rispettive riproduzioni tattili.
Il percorso tattile, inoltre, include sculture di Max Ernst e Alberto Giacometti, esplorate in originale, in seguito alla valutazione sullo stato di conservazione delle opere e della loro leggibilità al tatto.
A seconda infine dei diversi riallestimenti della collezione, il catalogo a disposizione del pubblico con disabilità visiva integrerà il percorso, già accessibile in museo, con le riproduzioni tattili e la guida all’esplorazione dei capolavori di altri artisti, quali Paul Klee, Piet Mondrian e Pablo Picasso.

«Fin dalla sua nascita – sottolinea la direttrice della Collezione Karole P. B. VailDoppio Senso si è affermato come un percorso innovativo e sperimentale di accessibilità museale rivolto a persone non vedenti, ipovedenti e vedenti, sia adulti che bambini, pensato e realizzato in chiave inclusiva. Un percorso teso alla formazione di una comunità sempre più ampia e partecipe alla vita museale e finalizzato dunque alla diffusione dell’arte moderna, nonché alla promozione del ruolo sociale ed educativo del museo stesso».

A rendere possibile la ripartenza dell’iniziativa, come detto, è stata Florim, prima industria ceramica in Italia ad essere “Società Benefit” e unica al mondo “Certificata B Corp”, che attraverso il marchio CEDIT – Ceramiche d’Italia ha realizzato Hotel Chimera, un’opera d’arte in ceramica composta da ottanta pezzi unici, disegnati dalla designer e artista Elena Salmistraro, il cui ricavato dalla vendita è andato interamente a sostegno di Doppio Senso.
«Crediamo che l’arte e la bellezza – afferma Claudio Lucchese, presidente di Florim – possano essere alla portata di tutti, anche delle “categorie più deboli. Siamo molto orgogliosi di aver preso parte a questo progetto che conferma l’importanza della relazione tra impresa e museo, arte e design».

Le visite e i laboratori sono dunque ripresi, a cadenza mensile e a partecipazione sempre gratuita (fino esaurimento posti), con il primo appuntamento che i è avuto il 22 ottobre (destinato agli adulti, così come quello del 3 dicembre), mentre quello del 12 e 13 novembre sarà aperto anche a bambini e bambine. (S.B.)

A questo link, nella colonnina a destra del nostro articolo Esplorazione tattile dell’astrattismo di Mondrian, è disponibile l’elenco dei contributi dedicati dal nostro giornale al progetto “Doppio Senso”. Per ogni informazione (e per prenotazioni): doppiosenso@guggenheim-venice.it (Maria Rita Cerilli).

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