Nel mese di maggio scorso, come avevamo riferito sulle nostre pagine, in occasione dell’undicesima Giornata Mondiale della Sensibilizzazione sull’Accessibilità, l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, si era soffermato in particolare sull’intelligenza artificiale, segnalandone le grandi opportunità, ma anche i rischi per le persone con disabilità, spiegando in tal senso come dovrebbe muoversi l’Unione Europea.
L’intelligenza artificiale, ricordiamo, è una disciplina appartenente all’informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche utili a consentire la progettazione di sistemi hardware e di programmi software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana».
Tra le opportunità, dunque, il Forum aveva innanzitutto evidenziato «il potenziale accrescimento dell’accessibilità e dell’indipendenza delle persone con disabilità, pensando, ad esempio, all’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle interfacce-utente e nell’interazione dell’utente stesso, ciò che potrebbe essere particolarmente utile per le persone con disabilità sensoriali e cognitive, poiché i dispositivi e i sistemi operativi potranno adattarsi automaticamente al loro comportamento e alle loro esigenze».
Tra i rischi, invece, il più ovvio è che «i sistemi di intelligenza artificiale siano semplicemente inaccessibili, escludendo a priori le persone con disabilità. Se infatti la digitalizzazione non viene realizzata tenendo conto dell’accessibilità e della diversità umana, essa può rafforzare le barriere esistenti o addirittura crearne di nuove». Quali esempi sintomatici di un’intelligenza artificiale non accessibile, erano stati posti quelli di «un sistema di riconoscimento vocale non in grado di comprendere i comandi di una persona con sindrome di Down, oppure quelli di “assistenti intelligenti” basati su algoritmi o modelli di apprendimento automatico per automobili a guida autonoma che non riconoscono le persone con disabilità come “umani”».
Alla luce di tutto ciò, è con particolare soddisfazione che l’EDF informa di essere stato incluso tra le quattordici nuove organizzazioni che saranno supportate dal Fondo Europeo per l’Intelligenza Artificiale, «un’opportunità – dichiarano dal Forum – che ci aiuterà a sviluppare un progetto sull’intelligenza artificiale inclusivo della disabilità».
«Siamo grati al Fondo Europeo per l’Intelligenza Artificiale – dichiara Alejandro Moledo, vicedirettore dell’EDF – per averci dato l’opportunità di essere coinvolti nella discussione critica sull’uso presente e futuro dell’intelligenza artificiale. Dobbiamo infatti assicurarci che non si ripeta o addirittura si amplifichi il modello di discriminazione che le persone con disabilità devono affrontare sia nel mondo digitale che in quello non digitale. Sosterremo dunque la legislazione europea e quelle nazionali, per far sì che i sistemi di intelligenza artificiale siano sicuri e accessibili per le persone con disabilità e che non creino discriminazioni, violando i diritti fondamentali delle stesse persone con disabilità. Intendiamo inoltre migliorare la comprensione dell’intelligenza artificiale da parte del movimento europeo per la disabilità e produrre strumenti per sostenere i sistemi di intelligenza artificiale etici».
Già in questo mese di novembre l’EDF avvierà le iniziative necessarie a perseguire gli obiettivi indicati. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@edf-feph.org.
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