Cooperazione internazionale: come elaborare progetti inclusivi della disabilità

Basandosi sull’articolo 32 (“Cooperazione internazionale”) della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, l’organizzazione CBM Italia ha organizzato un corso online, che partirà il 29 novembre prossimo, volto a conoscere meglio il mondo della cooperazione internazionale e gli interventi per la promozione e la protezione dei diritti delle persone con disabilità, alla luce dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e degli strumenti concreti che essa offre a chi si occupa di cooperazione internazionale da una parte, di inclusione delle persone con disabilità dall’altra
Immagine tratta dalla mostra "Diritti accessibili"
Un’immagine tratta dalla mostra “Diritti accessibili. La partecipazione delle persone con disabilità per uno sviluppo inclusivo”, curata alcuni anni fa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo)

In più di un’occasione si è scritto sulle nostre pagine che una buona cooperazione internazionale allo sviluppo fa bene a tutte le persone con disabilità del mondo, comprese naturalmente quelle del nostro Paese. È un concetto che segnatamente fa riferimento all’articolo 32 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (denominato Cooperazione internazionale, appunto), ove si chiede agli Stati «di adottare misure per far sì che la cooperazione internazionale, compresi i programmi internazionali di sviluppo, includa le persone con disabilità e sia a loro accessibile; di agevolare e sostenere lo sviluppo di competenze, anche attraverso lo scambio e la condivisione di informazioni, esperienze, programmi di formazione e buone prassi di riferimento; di agevolare la cooperazione nella ricerca e nell’accesso alle conoscenze scientifiche e tecniche; fornire, ove del caso, assistenza tecnica ed economica, anche attraverso agevolazioni all’acquisto ed alla condivisione di tecnologie di accesso e di assistenza e operando trasferimenti di tecnologie».

È su quello stesso articolo della Convenzione che si è basata CBM Italia – componente nazionale dell’organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e nella cura della cecità e delle disabilità evitabili, oltreché nell’inclusione delle persone con disabilità nel Sud del mondo e anche nel nostro Paese -, per organizzare un corso volto a conoscere meglio il mondo della cooperazione internazionale e gli interventi per la promozione e la protezione dei diritti delle persone con disabilità, alla luce dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e degli strumenti concreti che essa offre a chi si occupa di cooperazione internazionale da una parte, di inclusione delle persone con disabilità dall’altra.

L’iniziativa, in modalità online, è in programma a partire dal 29 novembre prossimo (iscrizioni aperte fino al giorno precedente) e verrà realizzata in collaborazione con la Scuola di Alta Formazione del VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), avvalendosi di docenti esperti di tutela legale e programmi internazionali appartenenti alla stessa CBM Italia, quali Chiara Anselmo, Emma Colombatti ed Eleonora Giordano.

«L’Inclusive Sustainable Development [“Sviluppo inclusivo e sostenibile”, N.d.R.] sarà il filo rosso che unirà i contenuti delle diverse unità di apprendimento del corso – spiegano i promotori dell’iniziativa -, in modo che ogni partecipante possa acquisire le conoscenze e le competenze per elaborare progetti inclusivi, imparando in altre parole a conoscere e a utilizzare, mediante esercitazioni guidate, individuali e di gruppo, gli strumenti grazie ai quali la società civile, oggi, può agire in modo efficace per realizzare appunto uno sviluppo inclusivo». (S.B.)

Per approfondimenti sul corso fare riferimento a questo link (per iscriversi accedere a quest’altro link). Per ulteriori informazioni: Caterina Argirò (caterina.argiro@leacrobate.it).

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