Sono due libri scritti da altrettante Autrici di cui ci siamo occupati già in varie occasioni in «Superando.it», quelli che animeranno un incontro in programma per venerdì 2 dicembre a Roma, presso Come un Albero Museo Bistrot (Via Alessandria, 159, ore 18.30), alla vigilia della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità.
Zoe Rondini, in particolare, che è pedagogista, donna con disabilità e curatrice del portale Piccolo Genio, è anche un’apprezzata “firma” del nostro giornale. Il suo libro Nata Viva (prima edizione 2011, Società Editrice Dante Alighieri), che sarà uno dei due presentati il 2 dicembre a Roma, è stato raccontato così: «“Tutti i dottori si affrettano a rianimarmi, ma rimango cinque minuti completamente senza respirare. Si tratta solo di cinque minuti, ma sono i primi della mia vita”. Poi Zoe comincia a respirare. E a vivere. Nel suo romanzo di formazione, Zoe costringe il Lettore a non dimenticare mai lo scarto enorme che c’è tra vivere ed esistere, inchiodandoci all’idea che per nascere veramente, ad ogni occasione, bisogna sentirsi vivi, gridarlo e raccontarlo al mondo intero».
L’altro libro è Ognuno ride a modo suo. Storia di un bambino irriverente e sbilenco di Valentina Perniciaro (Rizzoli, 2022), madre di Sirio, ragazzo con disabilità, e presidente della Fondazione Tetrabondi. Proprio Zoe Rondini ne aveva curato a suo tempo una bella e lunga intervista sulle nostre pagine.
«Sirio – si legge nella presentazione editoriale – nasce nel 2013, prematuro ma sano. Solo otto giorni dopo le sue frettolose dimissioni il suo cuore si ferma: una “morte in culla” scampata che porta i rianimatori alla sentenza di stato vegetativo. Sirio invece oggi cammina e comunica a modo suo, malgrado la diagnosi di tetraparesi spastica e paralisi cerebrale, la tracheostomia, gastrostomia e sordità: parole che non hanno fermato la sua simpatia, voglia di felicità e ricerca di autonomia. Fuori dagli stereotipi del bambino speciale e delle “madri coraggio”, la famiglia di Sirio ha iniziato a raccontare in rete la necessità di assistenza, il bisogno di condivisione e socialità, la valorizzazione delle diversità, scegliendo di dar voce a chi voce non ha con la giusta dose di ironia e irriverenza». (S.B.)
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