Ci sono muri e muri. Quelli che separano fisicamente le persone e i territori, i muri della Storia, ferite della nostra memoria difficili da risanare. E ci sono i muri che restano la piattaforma più emotiva, anche in epoca digitale, per esprimere la forza del pensiero e la libertà creativa. Pensiamo all’effetto comunicativo di un Keith Haring nella metropolitana di New York o di un Banksy che riesce persino ad apparire tra le rovine delle città ucraine bombardate.
Al Parco della Chiesa Rossa di Milano l’opera Il muro liberato è come se chiudesse un cerchio. Quello avviato con il murale dedicato a Franco Bomprezzi [direttore responsabile di «Superando.it» fino alla sua scomparsa nel 2014. Del murale a lui dedicato si legga sulle nostre pagine a questo link, N.d.R.] realizzato due anni fa in occasione del Festival delle Abilità.
Il muro liberato è la trasposizione artistica di una poesia di Antonio Giuseppe Malafarina che accanto alla sua attività giornalistica, da sempre trova nei versi un ampio spazio in cui far muovere la sua ispirazione. Le parole del testo si riferiscono a un certo punto al murale di 80 metri quadrati L’arte di sentire con il cuore la terra, che si sviluppa su un muro perimetrale del parco, ideato da Tizio Tiziano, artista divenuto cieco e realizzato in tandem dagli artisti Ratzo e Norberto Ker Artcore. Figure variopinte “contaminano” di musica la città e danno un senso di allegra comunità anche nelle giornate grigie. Ma restava “muta” una parte del muro. Aspettava i versi di Malafarina. Eccoli:
Muri / proteggono / delimitano / isolano. / Minacciosi / placidi / rassicuranti / fieri / giovani e consunti / variopinti e anonimi / demoliti / supponenti ed eleganti / altezzosi, smarriti / poveri e agonizzanti. / Disteso / lungo il parco della Chiesa Rossa / narra / di musica e persone / culture e storia / un murale aggrappato a una parete / come l’esistenza / appesa all’umanità.
Il murale poetico è stato realizzato dallo street artist Piger che su diverse gradazioni di rosso ha dato dignità e valore alla scrittura in corsivo: non è scontato in un periodo storico nel quale persino gli adulti stanno perdendo la facoltà di saper maneggiare correttamente una penna per esprimere un pensiero. E quei versi murali prestano inoltre una particolare attenzione ai contrasti cromatici per favorire nella lettura anche le persone ipovedenti. Insomma, un’opera corale, con l’incontro di diverse abilità, secondo lo spirito del Festival delle Abilità che da tre edizioni Malafarina concepisce e organizza, insieme con Simone Fanti, al Parco della Chiesa Rossa nel mese di settembre.
E dietro questi risultati ci sono la sensibilità e il supporto di alcune Fondazioni che trovano nell’espressione artistica un mezzo per impostare diversamente il discorso sulla disabilità. In questo caso si tratta della Fondazione Maurizio Fragiacomo.
Parole, pensieri, forme, colori: così si dà anima a un luogo che richiede armonia tra natura e umanità per dar vita a un nuovo paesaggio. Un paesaggio culturale.
Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Il murale e la poesia: al Parco della Chiesa Rossa un’idea di paesaggio culturale”). Viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
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