Ânma: unico requisito la predisposizione all’incontro senza pregiudizi

di Stefania Delendati*
Si chiama “Ânma” ed è un nuovo bar enoteca aperto a Reggio Emilia. In dialetto reggiano “Ânma” significa “anima” e l’anima di questo locale profuma di buon vino e prodotti tipici, ma soprattutto ha il sapore dell’inclusione, ove l’unico requisito richiesto è la predisposizione all’incontro senza pregiudizi. L’hanno voluto, fondato e lo gestiscono Francesco, Rudy e Irma, la mamma di Rudy, tutte persone sorde e la loro è principalmente una storia di imprenditorialità che ha trasformato un’utopia in una felice realtà nel cuore dell’Emilia
Irma Filippetto, Rudy Orlandini e Francesco Grasso
Da sinistra Irma Filippetto, il figlio Rudy Orlandini e Francesco Grasso, le “anime” del nuovo bar enoteca “Ânma” di Reggio Emilia

Si chiama Ânma ed è un nuovo wine bar aperto in Via Squadroni, nel centro storico di Reggio Emilia. In dialetto reggiano Ânma significa “anima” e l’anima di questo locale profuma di buon vino e prodotti tipici, ma soprattutto ha il sapore dell’inclusione, quella vera che fa bene a tutta la comunità ed è capace di aggregare attraverso la conoscenza. L’hanno voluto, fondato e ora lo gestiscono Francesco, Rudy e Irma, la mamma di Rudy.
I tre si sono conosciuti nel 2019, allora è nata l’idea di mettersi in società ed aprire questo locale con caratteristiche che lo rendono un posto unico. Già, perché non abbiamo ancora detto che Ânma è gestito da persone sorde, e non è un caso che questo dato non compaia nelle primissime righe di questo articolo, perché questa è principalmente una storia di imprenditorialità che ha trasformato un’utopia in una felice realtà nel cuore dell’Emilia.

Viene subito da chiedersi come si possa fare un’ordinazione se chi deve accoglierla non sente. La risposta è più semplice di quel che si pensa: Francesco e Rudy leggono le labbra, prediligono questa interazione, ma in alternativa si può scrivere la propria scelta su un foglio o sul cellulare; presto arrivano un calice di vino, una birra, una bruschetta, un tagliere di salumi e quant’altro si sia deciso di gustare. Le persone segnanti con disabilità uditive, ovvero coloro che utilizzano la LIS (Lingua dei Segni Italiana), possono comunicare in questo modo, perché l’obiettivo di Ânma è unire la gente, lasciando ognuno libero di esprimersi come preferisce, non viene imposto nessun limite.
Gli avventori udenti seduti al tavolo accanto si incuriosiscono, magari fanno una domanda che diventa l’occasione per scambiare due chiacchiere, scoprire e apprendere aspetti di un “mondo” che troppo a lungo è rimasto ai margini. E così si concretizza il tema fondante di Ânma, ovvero abbattere le barriere e gli stereotipi in un luogo accessibile, dove questa parola è intesa nel senso più ampio di apertura verso tutti. Ai tre soci sta molto a cuore il dialogo in un contesto informale come può essere un bar; nel locale, privo di barriere architettoniche, non ci sono grandi schermi per seguire le partite in diretta, soltanto tavolini in un’atmosfera intima e riservata che facilita il contatto umano per tornare ad assaporare il piacere della condivisione soffocato dalla frenesia quotidiana.

Aperto tutti i giorni dal tardo pomeriggio, il bar enoteca offre aperitivi e cene con prodotti biologici principalmente a chilometro zero, ma si possono apprezzare anche pregiati liquori pugliesi.
Consumo sostenibile e riscoperta dei sapori antichi, dunque, nella più moderna filosofia enogastronomica. Lo avevamo detto che i fondatori di Ânma sono imprenditori a tutto tondo, sensibili alle tematiche ambientali e attenti alle nuove tendenze nel campo della ristorazione.
Parla chiaro la storia di Francesco Grasso, quarantatreenne siciliano laureato in Scienze Politiche.
Assunto alla LIDL di Parma, dove tuttora lavora, si è trasferito al Nord e nel 2015 ha iniziato come socio lavoratore nel Bar Senza Nome, il primo locale gestito da persone non udenti a Bologna. Vi è rimasto fino al 2019 e si è accesa una lampadina, alimentata da una lunga esperienza nell’organizzazione di eventi socio-culturali.
La scintilla che ha generato il progetto Ânma è scaturita dall’incontro con Rudy Orlandini, trentunenne reggiano, e con sua mamma Irma Filippetto. Hanno trovato un’unità di intenti che dopo soli tre anni li ha portati all’inaugurazione del loro wine bar, l’unico di questo genere a Reggio Emilia, ma non l’unico in Italia. Oltre a quello già citato di Bologna, infatti, l’elenco comprende locali gestiti da persone sorde a Roma, Segrate (Milano), Pescara e Vignola (Modena).

Il coraggioso spirito imprenditoriale che i creatori di Ânma hanno dimostrato in un periodo non facile per l’economia, unito ai valori che portano avanti e all’impegno sociale, sono stati premiati alla Milano Wine Week 2022, quando Francesco e Rudy hanno ritirato un riconoscimento in memoria di Piero Prenna, storico responsabile dei vini di San Patrignano e già presidente della Comunità, scomparso prematuramente nel luglio scorso.
Dopo il successo dell’inaugurazione, si pensa al futuro. Verranno assunti alcuni dipendenti, persone con disabilità uditive, alcune delle quali legate all’Associazione Arcigay Gioconda di Reggio Emilia. La connessione con il territorio proseguirà con l’organizzazione di dibattiti su temi di attualità e piccoli concerti.

Ânma è uno spazio che ci fa immergere nel mondo come vorremmo che fosse, un luogo dove nessuno è “diverso” perché tutti sono liberi di manifestarsi nelle loro differenti identità creative, personali e culturali. Unico requisito richiesto, la predisposizione all’incontro senza pregiudizi.

Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Reggio Emilia, il nuovo bar enoteca Ânma è la casa di tutti”). Viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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