La notizia l’avevamo già data in modo “indiretto” un paio di settimane fa, segnalando un evento centrato sulla presentazione di due libri: da poco più di un mese e dopo ben due anni e mezzo di chiusura, ha riaperto al pubblico a Roma il Museo Bistrot di Come un Albero e nella serata di oggi, 15 dicembre (ore 19-21), l’evento verrà celebrato tra l’altro con una festa.
Si tratta di un progetto di cui negli anni scorsi ci eravamo occupati spesso anche sulle nostre pagine, attivo nel Municipio II di Roma e particolare in quanto coniuga iniziative culturali, in un’ottica di inclusione sociale, assieme a un progetto di ristorazione cui partecipano attivamente una decina di persone con disabilità intellettiva o con disturbo dello spettro autistico.
«Prima – racconta Stefano Onnis, presidente della ONLUS Come un Albero, promotrice del Museo Bistrot dal 2014 – c’è stata la chiusura forzata dettata dalla pandemia, nel marzo del 2020. Poi le conseguenze economiche e sociali sul territorio hanno fatto il resto: infatti, il quartiere in cui lavoriamo, vicino a Porta Pia e a Piazza Fiume, è una zona piena di uffici, e lo smart working ha letteralmente messo in discussione il progetto. Lo staff si è drasticamente ridotto, le persone e le famiglie interessate si sono ritrovate improvvisamente senza quella routine e quell’orizzonte di senso che un pezzetto alla volta e con molta fatica eravamo riusciti a costruire. Ma non ci siamo però persi d’animo e grazie al sostegno della Fondazione Nazionale delle Comunicazioni, dell’8 per mille della Chiesa Valdese e della Fondazione Giovan Battista Baroni, in questi due anni siamo riusciti a portare avanti ben tre progetti di formazione. In questo modo non solo la pausa ci ha permesso di ampliare il numero dei partecipanti al progetto, ma anche di apprendere nuove competenze, come per esempio la produzione artigianale di pasta fresca, che oggi serviamo a pranzo».
Con poco clamore, dunque, e anche con un po’ di preoccupazione, da poco più un mese il Bistrot ha riaperto e la risposta dei clienti è stata superiore ad ogni aspettativa. E anche sulla parte culturale, ad esempio con l’originale progetto del Museo dello sguardo sulla disabilità, c’è stata una riorganizzazione, soprattutto grazie al bando Comunità solidali 2020 e a un progetto con l’OMR (Organizzazione Museale Regionale), che hanno consentito a Come un Albero di riprendere nuova linfa, di riattivare relazioni con il quartiere e di promuovere in diversi modi il concetto di inclusione.
«Insomma – prosegue Onnis -, un bilancio di ripartenza che ci fa ben sperare. Ora però vogliamo puntare su un pieno riconoscimento da parte delle Istituzioni. Abbiamo rimesso in piedi un progetto unico nel suo genere, anche a livello internazionale, perché non siamo solo un Bistrot, ma anche un Museo di racconti sul tema della disabilità e dell’inclusione, e in questi anni abbiamo sperimentato un tipo di progettazione sociale che può essere riproposta in altri luoghi. All’inizio del nuovo anno vogliamo pertanto organizzare una serie di incontri pubblici ai quali invitare esponenti del Comune di Roma e della Regione Lazio, per ragionare su un modello di imprenditoria sociale che però deve essere necessariamente sostenuto dalle Istituzioni, con agevolazioni fiscali ad hoc».
Per ora, in ogni caso, tutto lo staff di Come un Albero è a disposizione dal lunedì al venerdì (ore 9-19), per una visita al Museo, un buon pranzo o una merenda al pomeriggio, oppure di sera e nei fine settimana, per organizzare eventi provati o partecipare a iniziative pubbliche. (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: esse.onnis@gmail.com.