«Questo provvedimento reca alcune disposizioni di sicuro interesse per le persone con disabilità e i loro familiari, prevedendo proroghe di termini legislativi opportune e funzionali allo svolgimento delle molteplici attività che impattano sulla vita delle stesse persone con disabilità e dei loro familiari in modo costante e valido. Per questi motivi riteniamo utile presentare alcune proposte emendative che possano essere di ulteriore miglioramento all’inclusione sociale delle persone con disabilità e dei loro familiari»: lo si legge nella Memoria elaborata dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), in vista di un’audizione della Federazione stessa presso le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio del Senato, che stanno lavorando alla conversione in legge del Decreto Legge 198/22 (Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi), meglio noto come “Decreto Milleproroghe”.
Sono esattamente cinque le proposte di emendamento al citato Decreto Legge che la FISH intende presentare in audizione al Senato, riguardanti rispettivamente l’educazione inclusiva, il “lavoro agile” per persone con disabilità e caregiver, il periodo di sorveglianza attiva dei lavoratori con disabilità, le quote riservate nell’assumere personale ministeriale, nonché la stabilizzazione e l’assunzione di assistenti sociali. Vediamole dunque punto per punto.
Per quanto riguarda l’educazione inclusiva, è importante la premessa sottolineata dalla FISH, concernente le riforme di questi anni sulla formulazione del PEI (Piano Educativo Individualizzato), valutate in modo positivo dalla Federazione la quale, altresì, sottolinea come «l’apparato organizzativo attuale non consenta di mettere in pratica tali riforme secondo i brevissimi tempi indicati». Si collocano dunque in tal senso, ossia per evitare «importanti ostacoli al diritto all’educazione e ad un’educazione inclusiva degli studenti e delle studentesse con disabilità», le proposte emendative della FISH.
Merita poi di essere riportato quasi integralmente il testo dell’emendamento proposto dalla FISH in àmbito di “lavoro agile”: «Ai lavoratori portatori di handicap grave ex art. 3, comma 3 legge 104/92, ovvero in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico legali attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche, patologie cronico ingravescenti degenerative o dallo svolgimento di relative terapie salvavita – spetta sino al 31 dicembre 2023 il diritto al lavoro agile. Ai coniugi, genitori e altri familiari conviventi che rispetto ai lavoratori di cui sopra assumano la qualifica di caregiver familiare di cui allo schema di Disegno di Legge recante delega al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane e non autosufficienti, anche in attuazione della missione 5 componente 2, riforma 2 del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, spetta sino alla stessa data una priorità di accoglimento rispetto a domande dagli stessi presentati per l’accesso al lavoro agile. L’eventuale diniego formulato dal datore di lavoro, per entrambe le situazioni di cui al comma precedente, dovrà essere motivato per iscritto. Il datore di lavoro dovrà, in particolare, fornire la prova dell’incompatibilità dell’adozione della modalità di lavoro agile […]. Il datore di lavoro dovrà altresì fornire congrua motivazione dell’eventuale sproporzione o eccessivo onere che egli dovrebbe sostenere per consentire l’adozione della suddetta tipologia di svolgimento dell’attività lavorativa, facendo applicazione dei parametri già in uso per la valutazione e realizzazione degli accomodamenti ragionevoli, così come definiti dall’art. 2, comma 1, lett. d) della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, recepita in Italia con legge 18/09 [grassetti nostri in questa e nelle successive citazioni, N.d.R.]».
Si passa poi a una proposta relativa ai lavoratori con disabilità grave, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche, patologie cronico ingravescenti degenerative, o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, per i quali, è la proposta della FISH «il periodo di assenza dal servizio venga equiparato al ricovero ospedaliero», con «l’esclusione dal periodo di comporto dell’assenza dal servizio prescritto dalle competenti autorità sanitarie».
Il quarto emendamento espresso dalla Federazione parte dal presupposto di «garantire alle persone con disabilità con patologie immunodepressive il rispetto delle quote riservate quando si vanno a stabilire nuove assunzioni all’interno dei Ministeri», ciò che viene ritenuto «un passaggio fondamentale nel garantire il loro diritto ad essere incluse in modo attivo nella società e il loro diritto al lavoro così come enunciati dalla Convenzione ONU».
Per questo, dunque, si chiede l’aggiunta di un comma secondo il quale, «nello svolgimento e nell’attuazione delle assunzioni del personale ministeriale vengano rispettate le quote di assunzione delle persone con disabilità, in applicazione della legge 68/99 e del D. Lgs 151/2015».
Infine, un passaggio anch’esso importante è quello concernente la concreta realizzazione dei LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali) e l’integrazione di essi con i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) in attuazione della Missione 5 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Rispetto a ciò la FISH chiede «l’aumento degli assistenti sociali, arrivando a garantire la presenza di un operatore sociale ogni 3.000 abitanti, entro il 31 dicembre 2023», oltre al fatto che «a partire dal 31 marzo i nuovi dipendenti assunti per ricoprire il ruolo di assistente sociale siano assunti con contratto a tempo indeterminato». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.
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