«Con l’Anno Europeo delle Competenze 2023 – si può leggere nel sito del Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio – , l’Unione Europea intende perseguire quattro obiettivi principali: promuovere investimenti maggiori, più efficaci e inclusivi nella formazione e nel miglioramento del livello delle competenze, per sfruttare appieno il potenziale della forza lavoro europea e sostenere le persone nel passaggio da un posto di lavoro a un altro; garantire che le competenze siano adeguate alle esigenze del mercato del lavoro, anche cooperando con le parti sociali e le imprese; abbinare le aspirazioni e le competenze delle persone alle opportunità offerte dal mercato del lavoro, in particolare per la transizione verde e digitale e la ripresa economica, con particolare attenzione all’attivazione di un maggior numero di persone per il mercato del lavoro, in particolare donne e giovani che non hanno un lavoro né seguono un percorso scolastico o formativo; attrarre persone provenienti da Paesi terzi con le competenze necessarie all’Unione Europea, anche rafforzando le opportunità di apprendimento e la mobilità e agevolando il riconoscimento delle qualifiche».
Ebbene, come si connette con tutto ciò la disabilità? Se n’è recentemente occupato l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, sottolineando come «l’Anno Europeo delle Competenze sia una preziosa opportunità per sostenere l’inclusione delle persone con disabilità nel mercato del lavoro e nella società», affermando, tuttavia, «che le competenze su cui dovremmo concentrarci non devono essere solo quelle che aprono le porte all’inclusione nel mercato del lavoro, ma dovrebbero anche essere abilità di vita per una maggiore indipendenza. Inoltre, l’inclusione non può dipendere solo dallo sviluppo delle competenze delle stesse persone con disabilità, ma anche da quelle della popolazione in generale».
Nel corso di un’ampia ricognizione, dunque, l’EDF elenca i passaggi principali sui cui ci si dovrebbe concentrare in questo Anno Europeo delle Competenze, in riferimento alla disabilità, a partire dalle competenze digitali e dalla formazione professionale, in quanto «le stesse competenze digitali sono indispensabili per l’autonomia personale. L’Anno delle Competenze, quindi, dovrebbe anche essere una piattaforma per promuovere l’importanza della formazione professionale in settori che richiedono competenze non digitali e garantire che le persone con disabilità vi siano accolte».
«In tal senso – si aggiunge – sarebbe essenziale che anche le persone senza disabilità sviluppassero capacità per includere meglio le persone con disabilità, a cominciare da investimenti dell’Unione Europea sulla costruzione di conoscenze sull’accessibilità digitale, segnatamente in conformità con la Direttiva Comunitaria sull’accessibilità del web».
In àmbito strettamente lavorativo, tutto ciò dovrebbe necessariamente passare per «una maggiore comprensione su come promuovere ambienti inclusivi, competenza importante in tutti i settori della vita, ma soprattutto quando si tratta di facilitare spazi di apprendimento inclusivi e implementare soluzioni ragionevoli sul posto di lavoro». «Vorremmo dunque – dicono dal Forum – che l’Anno delle Competenze si concentrasse sulla costruzione di migliori conoscenze tra educatori e datori di lavoro, in particolare quando si tratta di rendere inclusivi questi specifici contesti».
Per quanto poi riguarda il tema della riqualificazione, «di fronte a un’Europa che continua a intraprendere la propria transizione verde – affermano dal Forum -, la riqualificazione dei lavoratori per far posto a economie più sostenibili promette di aprire la strada a una crescita significativa dell’occupazione, che dovrebbe includere le persone con disabilità».
Vi è poi un passaggio centrale, accennato dall’EDF già in premessa, ovvero il fatto che «oltre alle competenze necessarie a migliorare l’occupabilità, questo evento promosso dall’Unione Europea dovrebbe concentrarsi anche sul miglioramento delle competenze per la vita, ricordando che questo, per le persone con disabilità, può assumere molte forme, ferma restando l’importanza cruciale di preparare meglio le persone a una vita indipendente». Non è certo secondario, a tal proposito, il potenziamento di comunicazioni accessibili, tramite strumenti quali sottotitoli dal vivo, lingue dei segni nazionali, materiale in Braille e informazioni in linguaggio facile da leggere e da comprendere, migliorando le competenze rispetto a tutti questi strumenti durante trasmissioni, eventi, riunioni e altro ancora.
E da ultimi, ma non certo ultimi, i servizi di supporto, con stretto riferimento alla nuova Strategia di Assistenza dell’Unione Europea, nel cui contesto, concludono dal Forum, «l’Anno delle Competenze dovrebbe concentrarsi anche su quelle di coloro che forniscono servizi di sostegno alle persone con disabilità, assicurando che l’assistenza sia allineata con i princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Sono quindi necessarie maggiori competenze per garantire che il supporto offerto sia in linea con i desideri della persona che lo utilizza e che i fornitori di servizi facilitino il modo di vivere di quella persona piuttosto che imporre loro come dovrebbe vivere». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: andre.felix@edf-feph.org.
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