È proprio opportuno e necessario riportare parole che rischiano di avvilire anche chi le riferisce, seppure virgolettandole? Per quanto sgradevole possa essere, crediamo sia certamente necessario, così come ha fatto il Gruppo Donne della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), ritenendo di trovarsi di fronte «a un gravissimo episodio di incitamento alla violenza nei confronti delle donne con disabilità», proprio oggi, 23 gennaio, tra l’altro, giorno in cui, come riferiamo in altra parte del giornale, viene presentata a Milano la settima Mappa dell’intolleranza e dell’odio nel web.
Vi è dunque un video pubblicato in YouTube, ove Daniele Simonetti, conosciuto sul web come Sdrumox, parla di sesso insieme ad altri due youtuber, affermando di avere contattato un centro di volontariato perché «ha questo feticismo di voler far amicizia con i down e anche con i trans», messi sullo stesso piano in quanto «anormali», aggiungendo che tutto ciò «è difficilissimo», ma insistendo nel raccontare di avere «matchiato una volta con una senza arti». Rispondendo poi negativamente agli interlocutori che gli chiedono se «si tratta di Bebe Vio», uno dei due youtuber esclama: «Ecco quello per me è un handicap della madonna a livello di scopatura cioè tipo come un cuscino che puoi muovere come…».
«Le parole sessiste e maschiliste utilizzate in questo video – si legge in una nota diffusa dal Gruppo Donne della FISH -, oltre ad offendere le donne con disabilità, generano violenza ed essendo prodotte e ascoltate da giovani, di cui molti sono adolescenti, vista la diffusione tra di loro dei social media, possono di certo condizionarne negativamente i comportamenti».
Il tutto sullo sfondo di un problema più generale, ovvero il fatto che purtroppo in Italia, nonostante quanto scritto nella Strategia Europea sui Diritti delle Vittime 2020-2024, l’incitamento all’odio nei confronti delle persone con disabilità, basato su pregiudizi e stereotipi, non è ancora considerato reato penalmente perseguibile, mentre invece andrebbe esteso l’elenco dei reati, per includerlo quale forma di discriminazione basata sulla disabilità.
«Quelle frasi – commenta il presidente della FISH Vincenzo Falabella – provengono da giovani, in una sede diffusissima tra i giovani stessi: questo la dice lunga su quanto lavoro vi sia ancora da fare, sul piano culturale, per combattere l’intolleranza e le parole di odio a tutti i livelli. In tal senso ritengo sia quanto mai opportuno coinvolgere tutte le organizzazioni rappresentative di persone con disabilità nel promuovere, sviluppare e monitorare iniziative dedicate a combattere il linguaggio e le azioni d’odio, prevedendo anche specifici servizi di supporto alle vittime».
Ma non solo, all’unisono la Presidenza e il Gruppo Donne della FISH non si limitano ad esprimere sdegno e rabbia: «Da una parte – informa Falabella – abbiamo infatti già contattato YouTube, chiedendo la rimozione immediata di quei video. Dall’altra chiediamo senz’altro alla Polizia Postale di procedere nei modi ritenuti più opportuni, perché non possiamo accettare che il web diventi sempre più un ricettacolo di incitamento alla violenza, di ignoranza e di offese gratuite, nello specifico rivolte alle donne con disabilità». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it.
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