Il Senegal si colloca tra i Paesi più poveri al mondo (170° ranking dell’Indice di Sviluppo Umano HDI UNDP, 2021). Secondo gli ultimi dati disponibili, oltre 1.500.000 bambini e bambine, il 47% della popolazione in età scolare, sono privi di istruzione. Una percentuale destinata a crescere vertiginosamente se riferita alle bambine e ai bambini con disabilità.
ACRA, organizzazione non governativa onlus che lavora da oltre cinquant’anni per la tutela dei diritti umani e il contrasto di povertà e disuguaglianze, ha guidato in Senegal il progetto denominato DEECLIQ–AID 11959 (ove l’acronimo DEECLIQ significa “Decidiamo sull’istruzione per i bambini con disabilità attraverso scelte libere e un approccio inclusivo di qualità”), sostenuto dall’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, sede di Dakar).
Tale iniziativa è nata allo scopo di favorire l’accesso all’istruzione ai/alle minori che vivono con disabilità, fortemente esclusi da programmi di educazione pubblica, in un contesto già complesso dove la scolarizzazione, per fattori locali contingenti, riguarda solo la metà della popolazione.
Il progetto si è concentrato in particolare su tre forme di disabilità (visiva, uditiva e motoria), identificando 69 scuole e quartieri, per un totale di 744 bambini, di cui il 44% bambine e ragazze.
In tale àmbito è stata realizzata la campagna di sensibilizzazione Apprenons ensemble dans la diversité (“Impariamo insieme nella diversità”), con numerose attività nelle zone rurali e nelle città, un’iniziativa che, attraverso carovane, concerti, rappresentazioni teatrali, performance sportive, spot radiofonici e televisivi, incontri con autorità e famiglie, ha toccato circa 3.000.000 di persone, per riflettere e contribuire al cambiamento di comportamenti, per accrescere, nei bambini con disabilità e nelle loro famiglie, la consapevolezza delle proprie capacità e diritti. Ne sono nati anche dei video, firmati dall’agenzia di comunicazione integrata Havas Africa Senegal.
La mission di tali filmati era dare visibilità a una serie di esempi positivi e testimonianze per contrastare gli stereotipi sulla disabilità e sensibilizzare le comunità locali affinché l’educazione, l’inclusione e l’integrazione diventino un’esigenza comune e condivisa.
C’è Sidy Diarra, allenatore di calcio in sedia a rotelle, che si racconta ai tanti bambini che frequentano il Khar Yalla Football Club di Dakar. «Niente è impossibile se si crede in sé stessi!», dice nella sua videotestimonianza.
Leufa Seck, ballerino senegalese con le stampelle che si racconta così: «La mia disabilità non definisce chi sono, ma mi ha spinto ad andare oltre».
Anche Mariame spiega come si batte per promuovere i diritti di persone con disabilità, quale è il suo fratellino, di cui dice: «È il mio tesoro».
I tre video si possono vedere sul canale YouTube di ACRA a questo link.
Lo stesso Ministero dell’Educazione senegalese ha dichiarato che «l’offerta educativa è poco inclusiva, stante l’insufficienza di strutture, materiali e strumenti adatti alla scolarizzazione delle bambine e alla presa in carico degli aspetti legati alla disabilità»; a ciò si aggiungono altri fattori che contribuiscono ad ostacolare l’istruzione, in particolare dei minori con disabilità, come la povertà delle famiglie e la stigmatizzazione sociale.
Tra le altre attività del progetto DEECLIQ, ACRA e il partner CUCI (Centro Universitario per la Cooperazione Internazionale dell’Università di Parma) hanno organizzato uno scambio di buone pratiche Italia-Senegal in Emilia-Romagna, con una delegazione dalla FASTEF dell’Università di Dakar (Facoltà di Scienze e Tecnologie dell’Educazione e della Formazione), per conoscere e incontrare realtà locali emiliane che si occupano di disabilità, inclusione e integrazione.
Solo per far capire quanto ancora sia ampia la forbice tra i prìncipi fissati dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e la concreta realtà di tanti Paesi, in particolare in quelli che cercano sviluppo – ma non solo -, basti ricordare che il Senegal ha ratificato la Convenzione già da oltre dodici anni (il 7 settembre 2010), rendendola quindi una Legge del proprio Stato, senza tuttavia avere mai ratificato il Protocollo Opzionale alla Convenzione stessa, che consente al Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, l’organismo preposto a monitorarne l’attuazione nei vari Stati, di ricevere ed esaminare comunicazioni presentate da individui o gruppi di individui che dichiarino di essere vittime di violazioni delle disposizioni della Convenzione da parte del proprio Paese. (S.B.)
Rielaborazione di una comunicazione prodotta dall’Ufficio Stampa di Mediamover.
Per approfondimenti sul progetto DEECLIQ, accedere a questo link.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), e viene qui ripreso, con alcune modifiche dovute al diverso contenitore, per gentile concessione.
Articoli Correlati
- Una buona cooperazione allo sviluppo fa bene a tutte le persone con disabilità «Se con i progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo - scrive Giampiero Griffo, concludendo la sua ampia analisi sulle azioni in questo settore - verrà rafforzata la voce delle persone…
- L'ONU e le persone con disabilità Si avvicina la sesta sessione di lavoro del Comitato incaricato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite di elaborare una Convenzione sulla Promozione e la Tutela dei Diritti e della Dignità delle Persone…
- Donne e minori con disabilità: cosa dovrebbe esserci nel Terzo Programma d'Azione Nell’ampio e importante approfondimento che presentiamo oggi, Giampiero Griffo dettaglia una serie di specifiche linee di azioni che dovrebbero essere inserite nel nuovo Programma d’Azione dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle…