Di fronte all’ultimo fatto tragico di omicidio/suicidio avvenuto un paio di giorni fa a Ortona (Chieti), la nostra Associazione [Genitori Tosti in Tutti i Posti, N.d.R.] chiede che, con repentina responsabilità, il Governo e il Parlamento pongano definitivamente mano all’iter del Disegno di Legge sul riconoscimento del caregiver familiare italiano come lavoratore e dispongano tutti i servizi che abbiamo sempre elencato essere necessari affinché chi presta assistenza al proprio familiare non sia lasciato mai solo.
A quanto riportano le cronache, il caregiver ha lasciato un biglietto in cui spiega i motivi del proprio gesto: l’impossibilità di continuare ad assistere il fratello e l’imminente ricovero in una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA).
Come Genitori Tosti abbiamo dedicato un capitolo del saggio L’esercito silenzioso. Caregiver familiari, uscito un anno fa, per spiegare che cos’è questo fenomeno e da cosa è determinato. Come lo si combatte e lo si risolve è illustrato nei restanti capitoli.
L’opinione pubblica e chi si occupa di questi casi (forze dell’ordine, magistrati, assistenti sociali ecc.) devono aver ben chiaro il fenomeno e non derubricarlo a gesto dettato dalla disperazione, da un raptus o da altro. La causa si chiama con un nome preciso, che è il caregiver burden, descritto anche da una serie di studi scientifici.
Il riconoscimento del ruolo del caregiver familiare, la tutela di esso e il necessario e adeguato supporto socio-sanitario ed economico-finanziario come vero e proprio lavoratore non può più attendere. Le responsabilità di evitare il ripetersi di questi tragici fatti sono nelle mani del Governo e del Parlamento.