Farmaci orfani e malattie rare: anche qui spiccano le difformità territoriali

Se nell’àmbito dei “farmaci orfani” riguardanti le Malattie Rare l’Italia consente un ampio accesso alle opportunità terapeutiche, tuttavia anche in questo settore l’equità di accesso e di incidenza economica tra le varie Regioni è un obiettivo tutt’altro che raggiunto: è quanto emerge dal 6° Rapporto OSSFOR, prodotto dall’Osservatorio Farmaci Orfani, che fornisce un quadro dei consumi e dei costi dei cosiddetti “farmaci orfani”, nonché delle normative che regolamentano il settore, dei tempi di autorizzazione, delle problematiche di accesso e, appunto, delle difformità regionali

Vari medicinali.«Questo nostro 6° Rapporto vede l’avvio della collaborazione dell’OSSFOR con l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e questo è un importante riconoscimento che rafforza il percorso di trasformazione del nostro Osservatorio da Centro Studi a Piattaforma Multistakeholder [aperta a vari portatori d’interesse, N.d.R.] su farmaci orfani e malattie rare»: lo dichiara Francesco Macchia, coordinatore dell’OSSFOR, a margine della presentazione del 6° Rapporto OSSFOR (disponibile integralmente a questo link), da noi segnalata nei giorni scorsi, documento prodotto dall’organismo (l’OSSFOR, appunto, ossia Osservatorio Farmaci Orfani) che è nato da una collaborazione tra CREA Sanità, il Consorzio per la Ricerca Economica Applicata in Sanità e l’OMAR (Osservatorio Malattie Rare), come avevamo riferito a suo tempo.
Si tratta di un rapporto, intitolato in questa occasione Investimenti e trasparenza dei processi: le condizioni per garantire l’equità di accesso ai Malati Rari, che offre puntualmente un quadro rappresentativo e aggiornato dei consumi e dei costi effettivi, per il Servizio Sanitario Nazionale, dei cosiddetti “farmaci orfani” – i medicinali utilizzati per la diagnosi, la prevenzione e il trattamento delle Malattie Rare – nonché delle normative che regolamentano il settore, dei tempi di autorizzazione, delle problematiche di accesso a tali farmaci, anche a confronto con l’esperienza di altri Paesi, delle difformità regionali e altro ancora.

Per quanto riguarda i contenuti del 6° Rapporto, «esso viene pubblicato – prosegue Macchia – in una fase segnata dalla ricerca di una normalizzazione, dopo la soluzione di continuità rappresentata dai picchi pandemici di Covid-19 del 2020 e 2021: un’interruzione che speriamo abbia almeno innescato le condizioni per un rilancio del Servizio Sanitario Nazionale e, quindi, per il superamento delle criticità che ancora affliggono il settore delle Malattie Rare. E in ogni caso, dal documento emergono anche aspetti positivi: l’Italia, infatti, come si evince dall’elevato numero di farmaci orfani disponibili rispetto a quelli autorizzati dall’EMA, l’Agenzia Europea del Farmaco, si conferma Paese con un ampio accesso alle opportunità terapeutiche. E tuttavia, osservando i dati regionali, emerge che l’equità, intesa come possibilità di uniformi condizioni di accesso dei pazienti con Malattia Rara alle terapie farmacologiche, e anche di incidenza economica sui bilanci familiari, sia un obiettivo ancora non del tutto raggiunto e certamente dovrebbe rappresentare uno dei principali punti di attenzione delle politiche sanitarie nel settore, tenendo presente l’importante opportunità rappresentata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza».

Difformità territoriali, quindi, anche in questo settore, non certo il solo a presentare tale criticità, oltre a un’annotazione messa nero su bianco e basata su dati concreti, riguardante il fatto che il prezzo dei farmaci orfani è in funzione dei volumi di vendita, con un andamento esponenziale negativo. In altre parole, tanto minore è il numero di persone che potranno farne uso, per la rarità della malattia, e tanto maggiore potrà essere il prezzo. (S.B.)

Ricordiamo ancora il link al quale è disponibile il 6° Rapporto OSSFOR. A quest’altro link, invece, vi è un’ampia sintesi dedicata alla presentazione del documento e ai contenuti di esso. Per ulteriori informazioni: Rossella Melchionna (melchionna@rarelab.eu).

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