Un excursus sulla legislazione europea in tema di diritti e disabilità

Si intitola “Disabilità e discriminazione: le normative Europee”, ma si caratterizza in realtà come un vero e proprio excursus sulla legislazione comunitaria degli ultimi cinquant’anni in tema di diritti e disabilità, il nuovo approfondimento proposto dal Centro Studi Giuridici HandyLex, che partendo dai primi interventi alla fine degli Anni Settanta, approda alla recente “Strategia Europea per i Diritti delle Persone con Disabilità 2021-2030” (“Un’Unione per l’uguaglianza”)

Elaborazione grafica disabili in Europa«Le comunità europee hanno iniziato ad intervenire sulla disabilità alla fine degli Anni ’70, il primo approccio si basava su interventi di tipo sporadico e frammentario. Agli inizi degli Anni ’80 si sono cominciati a sviluppare i primi interventi e progetti pilota e dopo il 1981, anno dedicato alle persone con disabilità, si è passati a strategie di finanziamento dei distretti su cui operare in senso globale»: si apre così il nuovo approfondimento proposto dal Centro Studi Giuridici HandyLex, che pur indicando quale focus la discriminazione delle persone con disabilità nelle normative europee, si caratterizza in realtà come un vero e proprio excursus sulla legislazione comunitaria degli ultimi quarant’anni in tema di diritti e disabilità, che suggeriamo senz’altro di consultare (a questo link).

L’approdo è segnatamente dato dalla Strategia Europea per i Diritti delle Persone con Disabilità 2021-2030 (Un’Unione per l’uguaglianza), il cui obiettivo, si legge nell’analisi di HandyLex, «è compiere progressi per garantire che tutte le persone con diverse disabilità in Europa, comprese le minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine, spesso invisibili, possano, indipendentemente da sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, età od orientamento sessuale: godere dei loro diritti umani; avere pari opportunità e parità di accesso alla società e all’economia; essere in grado di decidere dove, come e con chi vivere; circolare liberamente nell’Unione Europea indipendentemente dalle loro esigenze di assistenza; non essere più vittime di discriminazioni».
«Questa nuova Strategia rafforzata – si legge ancora – tiene conto anche dei rischi dello svantaggio multiplo affrontati da donne, bambini, anziani, rifugiati con disabilità e persone con difficoltà socioeconomiche, e promuove una prospettiva intersettoriale in linea con l’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e i relativi diciassette Obiettivi di Sviluppo Sostenibile» (S.B.) 

Ricordiamo ancora il link al quale è disponibile l’approfondimento di cui si parla nel presente testo.

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