È una notizia decisamente interessante quella riferita dalla testata «La voce del Trentino.it», riguardante il progetto denominato Al Museo mi diverto anch’io, iniziativa promossa dalla rete TRAIN (acronimo che sta per Trentino Autism Initiative) dell’Università di Trento, con il coordinamento della Cooperativa Il Ponte (oggi Cooperativa Impronte) di Rovereto, che coinvolge quattro note strutture museali del Trentino, vale a dire il MART (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto), il MUSE (Museo delle Scienze di Trento), il Castello del Buonconsiglio e il METS (Museo Etnografico Trentino di San Michele all’Adige), insieme a un gruppo di Cooperative, Associazioni e Fondazioni, oltreché alle Amministrazioni Comunali di Trento, Rovereto e San Michele all’Adige, con un unico obiettivo, che è quello di offrire alle persone con disturbo dello spettro autistico la possibilità di godere appieno della visita al patrimonio museale del territorio, apprezzandone la bellezza, con le connesse possibilità di arricchimento individuale.
Finanziato dalla Fondazione Caritro, il progetto presenterà i propri risultati domani, 4 febbraio, nel corso di un incontro alla Sala Conferenze della stessa Fondazione Caritro (ore 16.30), aperto non solo agli addetti ai lavori, ma a tutte le persone interessate all’argomento.
Entrando nel dettaglio dell’iniziativa, va detto che il gruppo di ricerca è partito da un lungo momento di ascolto delle persone con disturbo dello spettro autistico e delle loro famiglie, nonché degli operatori e operatrici museali, tramite un questionario che ha coinvolto oltre 140 persone, per inquadrare al meglio quali siano le principali barriere che rendono difficile la fruizione di un museo da parte delle persone con autismo.
Una volta poi delineate le esigenze, riassunte anche in un video, si è passati all’azione concreta, a partire dalla formazione degli operatori e delle operatrici museali sulle tematiche riguardanti l’autismo. «Ma non è stato solo contatto con personale esperto – sottolineano i promotori di Al Museo mi diverto anch’io -: l’esperienza in un museo, infatti, è fatta anche di suggestioni legate all’ambientazione, particolarmente utili per coinvolgere soprattutto le persone con autismo. Per questo sono state studiate, con l’aiuto di una azienda specializzata in illuminotecnica, soluzioni personalizzate, per rendere gli allestimenti adatti a valorizzare gli aspetti sensoriali. Inoltre, il progetto ha esplorato anche la possibilità di attivare per i musei coinvolti possibili laboratori educativi inclusivi, basati sul movimento su temi specifici, grazie alla collaborazione con una scuola di danza». (S.B.)
Ringraziamo Siomona Lancioni per la segnalazione.
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