Avevamo dato spazio poco meno di due anni fa, proponendo un titolo di per sé significativo (Il “caso Gilardi”, spia eclatante dei tanti “manicomi nascosti”), alla vicenda riguardante Carlo Gilardi, anziano professore in pensione trattenuto contro la propria volontà all’interno di una RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale), un caso che a suo tempo aveva ottenuto anche grande risonanza mediatica.
Per l’occasione, a chiedere il diritto alla vita indipendente per Gilardi, in linea con quanto sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, e associandosi alle chiare raccomandazioni espresse dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, era stata la Federazione FISH, pronunciandosi appunto «contro i tanti “manicomi nascosti” ancora presenti nel nostro Paese».
Nei giorni scorsi, l’Ufficio del citato Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, che sta continuando a seguire la situazione, si è recato presso l’RSA Airoldi e Muzzi di Lecco per incontrare Carlo Gilardi, che vive in quella struttura ormai da più di due anni.
Si tratta della quarta visita che il Garante svolge dall’ottobre 2020, a seguito della prima segnalazione ricevuta su un caso «che evidenziava profili di conflittualità – come era stato scritto – tra la volontà della persona e la decisione del suo ricovero presso la struttura in ragione di una sua tutela, con particolari condizioni restrittive».
Svoltosi liberamente e con estrema cordialità, presso la stanza personale di Gilardi, l’incontro con Mauro Palma, presidente del Garante e Gilda Losito, responsabile dell’Unità Operativa Privazione della libertà nell’ambito delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e assistenziali presso il Garante stesso, si è protratto per oltre un’ora e mezza.
Il giorno successivo, i rappresentanti del Garante hanno quindi incontrato il Sindaco del Comune di Airuno (Lecco), la Vicesindaca, delegata alle Pari Opportunità e ai Servizi alla Persona, nonché la Responsabile dei Servizi Sociali, affrontando la necessità di un’effettiva progettualità al fine «di ritrovare – come viene riferito – il necessario equilibrio tra le esigenze di tutela della persona e le sue soggettive aspirazioni». (S.B.)
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