Quel Bonus Barriere dalla vita troppo corta

di Organizzazioni varie*
«Il recente Decreto-Legge del 16 febbraio - scrivono varie organizzazioni in questa lettera aperta, rivolta al Governo, al Parlamento e alle Istituzioni tutte - ha inferto un duro colpo al Bonus Fiscale sulle Barriere Architettoniche, cancellando la possibilità di cessione del credito e sconto in fattura. Ma perché equiparare la gestione di un Bonus fondamentale per l’integrazione dei più fragili con i Bonus e i Superbonus per le ristrutturazioni? Chiediamo dunque al Parlamento, in sede di conversione del Decreto, di valutare attentamente tale decisione»

Omino in carrozzina davanti a una scalinataIl recente Decreto-Legge del 16 febbraio [Decreto Legge 11/23, N.d.R.] ha inferto un duro colpo al Bonus Fiscale sulle Barriere Architettoniche, cancellando la possibilità di cessione del credito e sconto in fattura.
Il Bonus, in vigore dal gennaio 2022, consentiva di ottenere il 75% di detrazione fiscale e sconto in fattura per gli interventi di superamento ed eliminazione degli ostacoli negli edifici, problematica che, secondo l’ISTAT, impatta su oltre cinque milioni di italiani e sulle rispettive famiglie.
Tale agevolazione era stata introdotta con l’obiettivo di:
° agevolare, in particolare per le persone anziane, il mantenimento a domicilio in condizioni di sicurezza, riducendo di conseguenza anche il rischio di incidenti domestici;
° sostenere l’integrazione sociale e il diritto alla mobilità per le persone con disabilità e ridotte capacità motorie.

Riteniamo che il costo dell’agevolazione fiscale a carico della comunità risulti abbondantemente compensato dai benefìci che ne possono trarre non solo i singoli beneficiari, ma anche l’intera collettività, dal momento che contribuisce a migliorare la qualità dello stock abitativo del nostro Paese, rendendolo più adeguato ad affrontare in futuro l’evoluzione demografica.
L’esperienza dello scorso anno dimostra come il Bonus Fiscale sulle Barriere Architettoniche abbia rappresentato una grossa opportunità per supportare persone anziane, con disabilità e famiglie in un progresso con impatti non solo economici e sociali, ma anche e soprattutto emotivi. Ora non sarà più cosi.

Lo scorso anno, l’interesse verso il Bonus Barriere Architettoniche è fortemente cresciuto, certificando in modo incontrovertibile quanto fosse urgente questa misura. Niente più sconto in fattura, quindi, niente più cessione dei crediti, ma solo la possibilità di portare in detrazione la spesa sostenuta integralmente: è questa la volontà del Governo per aiutare le persone con ridotte capacità motorie? Che fine hanno fatto le parole a supporto dei più deboli spese in campagna elettorale?
Dopo avere accolto con piacere, alla fine del 2022, la decisione di prorogare al 2025 il Bonus, recependo il nostro appello come Associazioni di cittadinanza, di persone con disabilità e di anziani, oggi, a meno di due mesi di distanza, siamo a domandarci: perché equiparare la gestione di un Bonus fondamentale per l’integrazione dei più fragili con i Bonus e i Superbonus per le ristrutturazioni?

È per questo che oggi milioni di cittadini chiedono al Parlamento di valutare attentamente la decisione di non permettere più lo sconto in fattura e la cessione dei crediti. Decisione che agisce in discontinuità con la norma introdotta solo lo scorso anno, che favoriva il mantenimento a domicilio, la sicurezza in casa e uno stile di vita in grado di preservare l’integrazione sociale.
Si poteva continuare a modernizzare il Paese, a restituire dignità e autonomia ai beneficiari, ad aiutare le famiglie meno abbienti, e invece è stato scelto di non farlo.

Ringraziamo la UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) per la collaborazione.

A questo link l’elenco delle organizzazioni che hanno sottoscritto la presente lettera aperta, rivolta al Governo, al Parlamento e alle Istituzioni tutte.

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