Le persone con disabilità all’interno della Chiesa e delle comunità cristiane

Quello di Lodi del 4 marzo non sarà solo una presentazione del libro “A Sua Immagine? Figli di Dio con disabilità”, voluto dalla Federazione lombarda LEDHA, che tramite numerose voci autorevoli ha introdotto il dialogo sulla relazione tra fede e disabilità, ma anche un incontro con Justin Glyn, il gesuita non vedente e avvocato australiano, autore di “Us” not “Them” (“Noi”, non “loro”) di cui “A Sua Immagine?” costituisce sostanzialmente la traduzione italiana, arricchita però da ulteriori importanti approfondimenti

Persona con disabilità in carrozzina in chiesa durante la Messa«Da sempre la disabilità pone questioni non facilmente rilevabili e anche il rapporto di essa con la fede cristiana e gli insegnamenti della Chiesa è contrassegnata da non poche ambiguità. Segno della colpa o strumento di redenzione? Domande che oggi appaiono, forse, fuori luogo, ma che segnano ancora la vita di molte persone e comunità»: si baserà su queste considerazioni, l’incontro in programma per la mattinata del 4 marzo a Lodi (Sala Granata, Via Solferino, 72, ore 10), patrocinato dal Comune della città lombarda, durante il quale si rifletterà appunto sui temi che toccano il senso e il significato del nostro essere al mondo, con un dibattito sulla relazione tra fede e disabilità e sulla considerazione delle persone con disabilità all’interno della Chiesa e delle comunità cristiane, che ha preso le sue prime mosse dal saggio “Us” not “Them”. Disability and Catholic Theology and Social Teaching (“Noi”, non “loro”. Disabilità, teologia e dottrina sociale cattolica), pubblicato da Justin Glyn, gesuita non vedente e avvocato australiano, docente di Diritto Canonico presso il Catholic Theological College, General Counsel del distretto australiano della Compagnia di Gesù.

Con la moderazione di Alessandro Manfredi, presidente della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), del tutto si discuterà proprio con l’Autore di quel saggio, Justin Glyn, che interverrà da remoto dall’Australia. Parteciperanno inoltre don Virginio Colmegna, già presidente della Casa della Carità di Milano, don Franco Badaracco, responsabile della Comunicazione nella Diocesi di Lodi e Giovanni Merlo, direttore della LEDHA e uno dei curatori, insieme ad Alberto Fontana, del libro A Sua immagine? Figli di Dio con disabilità (La Vita Felice, 2022).
Quest’ultimo, infatti, come avevamo segnalato anche sulle nostre pagine, è sostanzialmente la traduzione del libro di Glyn, promossa dalla LEDHA, ma arricchita di ulteriori approfondimenti, oltre  ad avere dato vita a un prezioso luogo virtuale di continuo confronto nel blog asuaimmagine.it (se ne legga anche nel box in cale).
«La ricerca che gli Autori hanno cercato di percorrere coralmente attraverso le pagine di A Sua Immagine? – dichiara Merlo -, insieme a voci autorevoli, vuole riaffermare la piena appartenenza di tutte le persone, senza distinguo, all’umanità e, in ottica spirituale, all’essere figli di Dio. Una visione che spinge ad affrontare senza mediazioni l’argomento». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@ledha.it.

A Sua immagine? Figli di Dio con disabilità
Voluto dalla LEDHA e curato da Alberto Fontana e Giovanni Merlo, è basato sostanzialmente sulla traduzione del libro “Us” not “Them”. Disability and Catholic Theology and Social Teaching (“Noi”, non “loro”. Disabilità, teologia e dottrina sociale cattolica), di Justin Glyn SJ, pubblicato nel 2019 dalla Conferenza Episcopale Australiana e presentato, nel gennaio 2020, dalla «Civiltà Cattolica», storica rivista della Compagnia di Gesù.
Vi si ospitano, tra gli altri, i contributi di padre Giuseppe Bettoni, don Virginio Colmegna, suor Veronica Donatello, Ilaria Morali, Salvatore Nocera, don Giacomo Panizza, Vittorio Scelzo, Matteo Schianchi e Roberto Speziale.
Il volume propone una riflessione da parte di numerose voci autorevoli che, dal loro osservatorio privilegiato e al di là della loro esperienza religiosa, vogliono stimolare un dibattito quanto mai attuale, introducendo il dialogo sulla relazione tra fede e disabilità, senza dare risposte, ma aprendo ad ulteriori interrogativi e considerazioni, fondamentali nella costruzione di una nuova cultura della disabilità.

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