Domani, 3 marzo, si celebrerà in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Udito (World Hearing Day), promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dedicata quest’anno al tema Un udito sicuro per tutti! Facciamo in modo che diventi realtà. Prima del 2016 l’evento era denominato Giornata Internazionale della Cura dell’Orecchio.
In questi giorni, dunque, sono previste in tutto il mondo varie iniziative, e nel nostro Paese si rinnovano sia la Maratona dell’Udito che la Seconda Giornata Italiana di Sensibilizzazione dell’Udito, organizzata dalla SIOeChCF (Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale), in collaborazione con la SIAF (Società Italiana di Audiologia e Foniatria), oltreché con il sostegno di ventitré Associazioni di pazienti.
La sordità o ipoacusia (perdita dell’udito) è una condizione molto comune e diffusa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che circa il 20% della popolazione mondiale ne soffra e che si manifesti in maniera invalidante in circa 430 milioni di persone. L’incidenza aumenta con il crescere dell’età e quindi, con l’elevarsi della durata della vita, sempre più persone ne risultano affette.
L’ipoacusia ha rilevanti conseguenze non solo audiologico-riabilitative e mediche, ma anche psicologiche, sociali ed economiche. Essa, infatti, ha conseguenze negative sullo stato di salute globale della persona che ne è affetta, che tende ad isolarsi e a deprimersi. Ne risulta ridotta l’autostima e, in generale, la qualità della vita. Nelle persone anziane, inoltre, è stata correlata al deterioramento cognitivo e a un incremento significativo del rischio di cadute, con conseguente aumento di morbilità e mortalità.
In età infantile, invece, l’ipoacusia può compromettere in varia misura lo sviluppo del linguaggio, l’apprendimento e lo sviluppo neuropsicologico del bambino e successivamente avere un impatto negativo sul suo inserimento sociale e lavorativo.
Attualmente lo screening audiologico neonatale – obbligatorio in Italia e dal 2017 inserito nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) – e l’avanzamento tecnologico nel campo delle protesi acustiche, soprattutto degli impianti cocleari, permettono una diagnosi precoce e un trattamento ottimale sin dai primi mesi di vita. Si possono quindi ottenere ottimi risultati in termini di sviluppo del linguaggio, che in molti casi è analogo a quello di tutti gli altri bambini. Per ridurre le possibili conseguenze negative, dunque, la perdita uditiva dev’essere identificata e trattata il prima possibile, se è vero che oltre il 60% dei problemi di udito può essere identificato e affrontato a livello delle cure primarie e l’integrazione tra il medico specialista (otorinolaringoiatra o medico audiologo) e i servizi di assistenza primaria porta enormi vantaggi.