Concluso il progetto, parte il lavoro delle “Antenne Antidiscriminazione Attive”

«Questo progetto e gli importanti risultati di esso sono solo l’inizio di un percorso ancora da fare, che vedrà la collaborazione di tutti coloro che vi hanno preso parte, ma anche di quanti decideranno di attivarsi in prima persona per andare a contribuire alla concreta realizzazione dell’Agenzia Nazionale Antidiscriminazione, diventando “Attivisti” e contribuendo al raggiungimento di una società di pari diritti, pari opportunità e nessuna discriminazione»: lo dicono dall’Associazione ANFFAS, dopo l’evento finale del progetto nazionale “AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive”

Figure bianche che coprono una donna in carrozzina (© Dadu Shin)«Molte volte sento ancora oggi parlare alcune persone di disabilità, utilizzando dei termini non proprio belli, come ad esempio “handicappato”, e vorrei che la società capisse che noi in primis siamo persone con una disabilità, abbiamo un cuore, una testa, delle emozioni, dei pensieri. Questi termini che ci fanno male non devono essere usati, ma per fortuna oggi mi sento molto più forte»: a dirlòo è stata Serena Amato, viceportavoce della PIAM (Piattaforma Italiana degli Autorappresentanti in Movimento) dell’ANFFAS (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo) e leader degli autorappresentanti dell’ANFFAS di Ragusa, in occasione dell’evento finale del progetto AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive (se ne legga la presentazione sulle nostre pagine), promosso a livello nazionale dalla stessa ANFFAS e da noi seguito sin dagli inizi, nel mese di settembre del 2021, un’iniziativa che attraverso il coinvolgimento di familiari, persone con disabilità, operatori giuridici del settore, Associazioni ed Enti di Terzo Settore, ha condotto un percorso formativo finalizzato a rafforzare la capacità delle persone con disabilità, dei loro familiari e di quanti altri fossero interessati al tema del riconoscimento e del contrasto di ogni forma di discriminazione.
Finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il progetto si è prefisso tra l’altro di avviare la realizzazione di un’Agenzia Nazionale sulla non discriminazione.

«All’evento conclusivo – informano dall’ANFFAS – hanno partecipato di oltre duecento persone, tra testimonianze toccanti e significative, che hanno permesso di sintetizzare al meglio quanto posto in essere in questi ultimi diciotto mesi di progetto e gli importanti risultati di esso, risultati che non sono riferiti solo ai dati statistici pur importanti, ottenuti dalla consultazione pubblica lanciata nel corso dell’iniziativa e che in sei mesi ha visto la partecipazione di oltre mille persone, tra persone con disabilità, familiari, operatori e altre figure, ma che sono stati rappresentati soprattutto dagli elevati livelli di consapevolezza e conoscenza dei temi trattati raggiunti dalle tante persone, anche con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, che sono state formate».
Il progetto, infatti, si è articolato su vari incontri di formazione dedicati ai familiari e ai leader associativi, a professionisti, operatori e tecnici, alle persone con disabilità e alle future “Antenne”, cioè coloro che si sono dichiarati interessati a diventare “Attivisti Antidiscriminazione ANFFAS” e a far parte della costituenda Agenzia Nazionale di cui si è detto.

Aperto dall’intervento di Roberto Speziale, presidente dell’ANFFAS, che ha sottolineato come di frequente le persone che subiscono discriminazioni non siano ancora in grado di riconoscerle e di contrastarle, cosa invece fondamentale per far rispettare i propri diritti, e che ha evidenziato come con AAA, «si sia proprio cercato di promuovere il loro grado di autoconsapevolezza, per arrivare a una reale cittadinanza attiva», l’evento finale ha potuto contare anche sui saluti di alcune personalità istituzionali e non. Hanno infatti partecipato Antonio Maria Caponetto, capo ufficio Politiche per la Disabilità, Alessandro Manfredi, presidente della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), Marco Espa, presidente della Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi) e Vincenzo Falabella, presidente della FISH, Federazione cui l’ANFFAS aderisce, che hanno evidenziato l’importanza di dare sostegni concreti alle famiglie in questo particolare àmbito, fornendo la propria disponibilità a collaborare in tal senso, oltre a sottolineare la fondamentale partecipazione attiva delle famiglie e delle persone con disabilità in questo tipo di progettualità poiché, come ha dichiarato Falabella, «le famiglie e le persone con disabilità non possono più non sapere».

Nel dettaglio degli esiti del progetto, dopo l’introduzione di Silvia Sanfilippo, collaboratrice dell’ANFFAS Nazionale, è stato Marco Faini, componente del Centro Studi Giuridici e Sociali dell’ANFFAS Nazionale, dopo avere ricordato alcuni dei princìpi di fondo sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, quali il «rispetto della dignità e dell’autonomia della persona», «la non discriminazione, la partecipazione alla vita pubblica», ad illustrare il contesto di riferimento e i contenuti dei toolkit (termine che letteralmente sta a significare “cassetta degli attrezzi”) realizzati nel corso del progetto e rivolti rispettivamente alle persone con disabilità, ai familiari, agli attivisti, agli sportelli antidiscriminatori, agli operatori del settore giuridico e a quelli dell’informazione, segnalando come «proprio i toolkit sono stati pensati come vere e proprie “cassette degli attrezzi”, come strumenti da tenere sempre a portata di mano e da aggiornare costantemente, da utilizzare come materiali di divulgazione, coprogettazione e sinergia con tutti coloro che si adopereranno sui temi della non discriminazione».

Tra i risultati attesi da AAA vi era anche quello riguardante la redazione di apposite raccomandazioni ai decisori politici sui fenomeni discriminatori dal punto di vista normativo, che sono state illustrate da Alessia Maria Gatto, avvocata componente del Centro Studi Giuridici e Sociali dell’ANFFAS Nazionale.
«Si tratta – spiegano dall’ANFFAS – di cinque Raccomandazioni che hanno come focus i temi del cosiddetto “accomodamento ragionevole” (introduzione nella normativa italiana della definizione di “accomodamento ragionevole”, con previsione della modalità di adozione obbligatoria degli stessi accomodamenti ragionevoli, previsione del rifiuto di accomodamento ragionevole come discriminazione in base alla disabilità, a partire dalla Legge 67/06, oltreché quale previsione dell’espresso riconoscimento normativo della discriminazione per associazione, quale discriminazione in base alla disabilità), degli enti legittimati ad agire (modifica e semplificazione delle procedure di individuazione degli enti legittimati ad agire e agevolazioni per il ricorso agli strumenti di tutela) e dell’introduzione di un sistema di raccolta dati sulla discriminazione in base alla disabilità. Tali Raccomandazioni saranno raccolte in uno specifico documento e recapitate a breve ai singoli destinatari a livello nazionale, regionale e locale.

Della consultazione pubblica legata al progetto si è occupata invece Roberta Speziale, psicologa, psicoterapeuta e componente del Centro Studi Giuridici e Sociali dell’ANFFAS Nazionale, che ha illustrato nel dettaglio i contributi all’indagine forniti rispettivamente dalle persone con disabilità, dalle famiglie, dagli operatori e da altri soggetti terzi, andando poi a concentrarsi sull’impatto della Qualità della Vita e spiegando come, per quanto riguarda le persone con disabilità, «dalla lettura dei dati e dal confronto diretto avviato da noi avviato all’interno del percorso formativo rivolto alle stesse, è emerso che la maggioranza che ha risposto alla consultazione ha valutato di avere meno diritti nei domini dell’inclusione sociale e dell’autodeterminazione».

Particolarmente interessante anche l’approfondimento di Rachele Cera e Valentina Della Fina, ricercatrici dell’ISGI (Istituto di Studi Giuridici Internazionali del CNR), che hanno illustrato il Rapporto dell’ISGI stesso intitolato Sviluppi e sfide nella normativa italiana in materia di tutela antidiscriminatoria alla luce del quadro giuridico internazionale ed europeo¸ presentando un’ampia panoramica sulla normativa esistente, focalizzandosi in particolare sul citato istituto dell’accomodamento ragionevole, la cui attuazione, a quanto pare, risulta ancora molto difficoltosa.

L’incontro si è chiuso con due testimonianze dirette la prima delle quali proveniente dall’ANFFAS di Cesena, Ente legittimato ad agire in àmbito di discriminazione, che ha illustrato il proprio percorso in tale àmbito, la seconda da parte di una familiare, Silvia Caruso, mamma di un ragazzo con disabilità intellettiva, che ha parlato a cuore aperto, raccontando alcuni dei tanti episodi discriminatori che hanno colpito il figlio e tutta la sua famiglia.

«Una chiusura di progetto importante, quindi, densa di contributi significativi – concludono dall’ANFFAS -, ma soprattutto propositivi e di grande stimolo per le azioni future, perché, come è stato più volte ricordato durante l’evento, questo progetto e gli importanti risultati di esso rappresentano solo l’inizio di un percorso ancora da fare, un percorso che vedrà la collaborazione di tutti coloro che vi hanno preso parte, ma anche di tutti coloro che dopo avere partecipato al meeting finale, decideranno di attivarsi in prima persona per andare a contribuire alla concreta realizzazione dell’Agenzia Nazionale Antidiscriminazione, diventando “Attivisti” e contribuendo al raggiungimento di una società di pari diritti, pari opportunità e nessuna discriminazione». (S.B.)

Tutti i materiali prodotti nell’àmbito del progetto AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive saranno entro breve disponibili a questo link, in una sezione specifica nel sito dell’ANFFAS. Per ulteriori informazioni: comunicazione@anffas.net.

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