Si è conclusa il 19 marzo scorso la quarta missione umanitaria in Ucraina dell’Associazione Tesla Owners Italia, a distanza di un anno dalla prima dell’11 marzo 2022 e a poco più di un anno dallo scoppio del conflitto.
«Un anno dopo la nostra prima missione – commenta Luca Del Bo, presidente di Tesla Owners Italia -, un anno dopo il conflitto, speravamo tanto di non dover ritornare, ma siamo arrivati anche in questo viaggio a Leopoli con le auto elettriche strapiene di aiuti e con generi di conforto raccolti in Italia grazie alla magnifica catena di solidarietà. Tanti i medicinali e gli apparati medici destinati all’Ospedale Pediatrico di Leopoli e alla Federazione Medica Ucraina per gli ospedali dell’Est del Paese martoriato dalla guerra. E poi 106 uova di Pasqua, che saranno la sorpresa per i bambini malati dell’ospedale e dell’hospice pediatrico di Leopoli, insieme ad omogenizzati e ad altri alimenti per neonati. Nelle nostre spedizioni abbiamo consegnato di tutto, dai computer ai dispositivi elettrici. Il nostro desiderio è di aiutare in concreto».
«Qui la vita sembra scorrere in un’apparente normalità – prosegue Del Bo -, ma ovunque il pensiero della guerra è forte e continuo. Quando poi rientriamo in Italia, il nostro pensiero è sempre in Ucraina, con una nostalgia densa di ricordi e speranza. Torneremo ancora, sperando non ce ne sia bisogno. Il nostro ringraziamento va a chi ci ha supportato e ci supporta, dai soci volontari alle tante organizzazioni italiane che hanno realizzato la raccolta di aiuti, al Seminario di Leopoli per l’ospitalità e per il supporto logistico. Un nome tra i tanti amici: grazie a Matilde Leonardi per il coordinamento».
Ed è proprio a Matilde Leonardi, direttrice della Neurology, Public Health, Disability Unit & Coma Research Centre all’Istituto Neurologico Besta di Milano, nonché coordinatrice di queste missioni in Ucraina, che cediamo la parola, per soffermarsi in particolare sulle situazioni legate alla disabilità.
«La situazione delle persone con disabilità è sempre complessa in emergenza come quelle legate a una guerra. Nello specifico, da quando è iniziata la guerra in Ucraina, a seguito dell’invasione russa, si può parlare della più grande crisi umanitaria in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale.
Prima della guerra, in Ucraina si contavano circa 2 milioni e 700.000 persone con disabilità e si stima che circa il 13% di coloro che sono dovuti scappare dal proprio Paese (11 milioni di profughi interni o esterni) avessero una disabilità.
Un anno di guerra ha colpito le persone con disabilità dell’Ucraina in maniera evidentissima, costringendole a fare i conti con barriere quali la mancanza di alloggi o di rifugi accessibili, di piani di evacuazione inclusivi, di corridoi umanitari. Una situazione ancora più preoccupante se si parla di persone quali gli adulti e i bambini con disabilità collocati in istituti. Infatti, in Ucraina, già prima della guerra, ancora moltissime persone con disabilità erano istituzionalizzate nei cosiddetti Internat (circa 220.000 persone di cui 80.000 bambini, secondo l’UNICEF), né ad oggi si hanno ancora notizie precise su ciò che è successo in particolare alle persone nelle zone occupate dai russi ad est del Paese.
Nei viaggi che ho fatto in Ucraina sin dal marzo 2022 la mia prima preoccupazione è stata di aiutare i colleghi che si occupavano di disabilità, in particolare l’amica Oksana Hdyrya, primaria di Riabilitazione Pediatrica all’Ospedale di Leopoli e responsabile della riabilitazione presso il Centro Dhzerelo. Quest’ultimo è uno dei centri per persone con disabilità più all’avanguardia dell’Ucraina, perché lavora appunto per la riabilitazione e, ove possibile, per l’inclusione sociale, l’autonomia e l’indipendenza delle persone che vi vengono seguite.
Dall’inizio della guerra il numero di persone con disabilità a Leopoli è aumentato e molti hanno trovato accoglienza proprio al Centro Dhzerelo, che ha garantito riabilitazione a quanti avevano dovuto fuggire, oltre a nuovi ausili, protesi e carrozzine a quanti li avevano persi durante la fuga dalle loro terre.
Con gli amici dell’Associazione Tesla Owners Italia, coordinati dal presidente Luca Del Bo, nei viaggi a Leopoli abbiamo portato sia all’Ospedale Pediatrico che a Dhzerelo materiali come farmaci, generatori, ma anche regali per i bambini o stampanti 3D per gli ausili.
Come detto poco sopra, il numero di persone con disabilità sta aumentando come conseguenza della guerra: a quanti già esistenti, infatti, si sommano le migliaia di veterani con danni fisici e psicologici (stimati in 50.000 al mese di febbraio scorso), oltreché tutti i feriti civili per i quali si deve prevedere sin da ora, anche se ancora in guerra, un cambiamento delle politiche ucraine di inclusione nella scuola, nel lavoro e nella vita sociale.
Anche di questo si parla nei nostri incontri a Leopoli, e l’amicizia che è nata si consolida in ogni viaggio, oltre appunto ad essere occasione di riflessioni e stimoli, sia per loro in Ucraina che per noi qui in Italia.
Occupandomi di disabilità, so che in Ucraina abbiamo davanti una lunghissima strada per ricostruire il Paese ed è necessario continuare a collaborare con i colleghi per non farli mai sentire soli nella guerra che coraggiosamente affrontano, ma anche nei progetti che si fanno per il futuro delle persone con disabilità nel loro paese, senza guerra…».
Nella colonnina a destra del nostro articolo intitolato Vivere con una Malattia Rara sotto i bombardamenti (a questo link) è presente l’elenco dei contributi dedicati in quest’ultimo anno da «Superando.it» alla guerra in Ucraina e alla situazione delle persone con disabilità.
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