Calamità (e persone con disabilità) di cui si parla poco o per niente

Vi sono calamità e disastri naturali o causati dall’uomo di cui nel mondo occidentale si parla molto, mentre di altri, invece, si parla assai poco o quasi per niente. Eppure, solo per fare un esempio recente, al 19 marzo scorso erano già state contate 476 vittime e centinaia di feriti e dispersi, oltre a circa 490.000 sfollati, nel Malawi, Paese dell’Africa sud-orientale colpito dal ciclone “Freddy” e dalle conseguenti inondazioni. In una delle zone più in difficoltà, opera l’organizzazione CBM Italia, al centro del cui intervento vi sono in particolare le persone con disabilità

Malawi, ciclone "Freddy", marzo 2023

Immagini di distruzione nel Malawi, dopo il passaggio del ciclone “Freddy”

Vi sono calamità e disastri naturali o causati dall’uomo di cui nel mondo occidentale si parla molto, mentre di altri, invece, si parla assai poco o quasi per niente. Eppure, solo per fare un esempio recente, al 19 marzo scorso erano già state contate 476 vittime e centinaia di feriti e dispersi, oltre a circa 490.000 sfollati, nel Malawi, Paese dell’Africa sud-orientale colpito dal ciclone Freddy e dalle conseguenti inondazioni, insieme a Madagascar e Mozambico. Il tutto in un momento in cui il Paese è già impegnato nella lotta a una grave epidemia di colera, causata dalla tempesta tropicale Ana dello scorso anno.

Una delle zone più colpite è quella di Mulanje, nella parte meridionale del Paese, dove è presente CBM, la nota organizzazione impegnata per la prevenzione e la cura delle disabilità visive, oltreché per l’inclusione delle persone con disabilità nei Paesi del Sud del mondo, com’è appunto il Malawi.
Appena appresa la notizia della calamità, CBM ha preso contatto con il partner locale Mulanje Mission Hospital, per organizzare la distribuzione di aiuti, ripristinare le strutture idriche e igienico-sanitarie distrutte dal ciclone, nonché per proseguire il lavoro di fornitura dei servizi sanitari e di assistenza primaria dell’ospedale.
«Il Malawi – rende noto Arie Glas, direttore medico del Mulanje Mission Hospital – sta attraversando un momento molto difficile. Il ciclone tropicale Freddy, infatti, si è caratterizzato come la tempesta più grande e più lunga della storia. Ha causato forti venti, molta pioggia per diversi giorni e vaste inondazioni: gran parte del nostro distretto è sott’acqua e i danni sono ingenti, soprattutto nelle comunità intorno, dove oltre il 5% di tutte le case è crollato. Ci sono molti danni al bestiame ma anche alla coltura del mais, se è vero che, secondo le prime stime, circa il 75% del raccolto nella nostra zona è stato danneggiato o addirittura perso. C’è dunque urgente bisogno di fondi per fornire coperte, teli di plastica e cibo, per ripristinare le fonti d’acqua, mantenere in funzione i servizi sanitari e curare i feriti. Ogni anno, a causa del cambiamento climatico, queste tempeste diventano più pesanti e abbiamo bisogno di ricostruire ogni cosa al meglio per prepararci a questi eventi».

Al centro dell’intervento di CBM ci sono in particolare le persone con disabilità, notoriamente più esposte ai rischi durante le emergenze e i cataclismi naturali o causati dall’uomo, innanzitutto per il fatto che esse difficilmente riescono a mettersi al riparo, poiché la maggior parte delle strutture di primo soccorso sono a loro inaccessibili, rischiando di escluderle dalla catena degli aiuti umanitari e dalle tradizionali risposte di emergenza, quali cibo, acqua potabile e servizi sanitari. Segnatamente, quindi, si registra un tasso di mortalità delle persone con disabilità maggiore rispetto al resto della popolazione.
«Avere una disabilità durante una catastrofe naturale – ricorda Massimo Maggio, direttore di CBM Italia, che ha visitato il Mulanje Mission Hospital in una recente missione – significa rischiare maggiormente la vita. Le emergenze poi portano con sé un ulteriore e tremendo effetto: cresce infatti il numero stesso delle persone con disabilità e al tempo stesso c’è la loro difficoltà e spesso l’impossibilità ad accedere alla catena degli aiuti umanitari».

Tra i Paesi più poveri al mondo, il Malawi ha un’economia sostanzialmente agricola e la popolazione, che ha un’aspettativa di vita di 64 anni, vive per il 51,5% sotto la soglia della povertà. CBM Italia vi è presente con due progetti il primo dei quali un intervento di prevenzione della cecità evitabile nella Regione Centrale, mentre il secondo si focalizza sull’agricoltura sostenibile per una migliore resilienza delle comunità vulnerabili all’impatto dei cambiamenti climatici, per stabilizzare la sicurezza alimentare e nutrizionale, per generare mezzi di sussistenza sostenibili, oltreché per proteggere e salvaguardare le risorse.
Il Malawi, per altro, ha ratificato sin dal 27 agosto 2009 la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Caterina Argirò (caterina.argiro@leacrobate.it).
Per approfondire ulteriormente la materia delle persone con disabilità di fronte ai vari tipi di emergenze, è possibile accedere al nostro testo intitolato Soccorrere tutti significa soccorrere meglio (a questo link), al cui fianco vi è il lungo elenco dei contributi da noi pubblicati in questi anni, riguardanti anche l’impatto dei cambiamenti climatici.

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