«Quel Disegno di Legge non fa differenza tra persone non autosufficienti e persone che abbiano maturato disabilità in età avanzata, assorbendo in tal modo la stessa condizione di disabilità, contro quanto previsto dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e mancando, di fatto, l’armonizzazione con l’altra grande riforma prevista dalla Legge Delega in materia di disabilità (Legge 227/21)»; «Da quel Disegno di Legge vanno stralciate le proposte inerenti la figura del caregiver, in quanto su di essa non è presente nel nostro ordinamento una normativa generale: vi è quindi il rischio di discriminazione tra i caregiver delle persone anziane non autosufficienti e quelli delle persone con disabilità non autosufficienti»; infine: «I fondi per la realizzazione di quanto contenuto nel Disegno di Legge non devono essere attinti dal Fondo per le Non Autosufficienze, né da altri Fondi istituiti per rispondere a quanto predisposta da differenti norme»: come avevamo riferito anche sulle nostre pagine, erano state principalmente queste le riserve espresse anche in sede di audizione al Senato dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), prima dell’approvazione del Disegno di Legge n. 506 (Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane).
Quelle riserve restano tutte, ora che quel Disegno di Legge è stato approvato in via definitiva dai due rami del Parlamento, e nello specifico dei fondi, essi, come si legge in una nota diffusa oggi dalla Federazione, «non sono certamente sufficienti a soddisfare una platea di oltre 14 milioni di anziani che vivono nel nostro Paese tra i quali molti anziani con disabilità non autosufficienti. Occorre infatti reperire da 7 miliardi di euro in relazione alle soluzioni residenziali o di co-housing [abitazione condivisa, N.d.R.]», senza contare che, sottolinea ancora la FISH, «nel provvedimento approvato non vi sono passaggi specifici sul diritto della persona con disabilità ad autodeterminarsi».
Rispetto ai testi iniziali, per altro, le modifiche precedenti all’approvazione hanno portato, secondo la Federazione, anche ad una serie di aspetti positivi, tra cui il divieto di dimissione delle persone con disabilità ultrasessantacinquenni dai servizi e dalle prestazioni ricevute fino a quel punto, la continuità nel rispetto del PAI (Piano Annuale per l’Inclusione), strumento vitale per garantire alla persona che ne beneficia il soddisfacimento dei bisogni e desideri effettivi, ma anche l’attenzione alle cure palliative e domiciliari delle persone anziane, nonché la considerazione del benessere bio-psicosociale della persona e della sua condizione familiare per il progetto di vita.
«I prossimi passaggi – commenta Vincenzo Falabella, presidente della FISH – saranno certamente cruciali per determinare l’efficacia del provvedimento. Ora, infatti, diventeranno fondamentali i Decreti Attuativi, sui quali lavoreremo per dare il nostro contributo, volto a migliorare le varie misure, a partire sicuramente da una richiesta di implementazione delle risorse, soprattutto sul piano sociosanitario. Per farlo è necessario il coinvolgimento del Terzo Settore tutto e ci aspettiamo anche, naturalmente, di quello della nostra Federazione». (S.B.)
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