Durante la recente Notte degli Oscar, la statuetta d’oro è stata per la prima volta consegnata a un attore con la sindrome di Down, James Martin [se ne legga già anche sulle nostre pagine, N.d.R.]. L’interprete ha vinto il premio per il miglior cortometraggio live action con la pellicola An Irish Goodbay di Ross White e Tom Berkeley.
Il film racconta la storia di Lorcan (James Martin), uomo con la sindrome di Down e del fratello Turlough (Seamus O’Hara) che si ritrovano, dopo un periodo di separazione, in occasione della morte della madre (Michelle Fairley). Il grande sogno di Lorcan, quello di continuare a vivere e lavorare nella fattoria di famiglia, viene infranto dalla volontà di Turlough, nominato suo tutore, di mandarlo ad abitare con una zia dall’altra parte dell’Irlanda. Nel frattempo i due fratelli scoprono una lunga lista di desideri della mamma defunta che non è mai riuscita a realizzarli; così, di comune accordo, decideranno che Lorcan lascerà la fattoria solo nel momento in cui insieme avranno portato a compimento ogni singolo sogno della lista della madre.
La notizia della statuetta ricevuta da Martin ha commosso in modo particolare chi vive, direttamente o indirettamente, la sindrome di Down. Martina Fuga, responsabile della comunicazione del CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), ha ad esempio dichiarato alla rivista «Vita»: «Noi attivisti erano già saltati sulle sedie nel 2020 quando Zack Gottsagen, anche lui con la sindrome di Down, era salito su quel palco per consegnare una statuetta, ma oggi c’è di più. Oggi James Martin quel premio lo ha ritirato. Per tutti i ragazzi e le ragazze con sindrome di Down e per le loro famiglie è successa una cosa straordinaria ed è il vedersi rappresentati. È come se noi avessimo ancora un database di immagini sulla disabilità: l’eterno bambino, che ha bisogno di cure e compassione o di un altro che parli per lui. Lo “scatto” della serata degli Oscar restituisce un’immagine diversa: una persona capace, talentuosa, che esprime in prima persona la sua identità».
Il momento della premiazione è stato davvero commovente, il pubblico applaudendo ha intonato Happy Birthday to You perchè la stessa notte è coincisa con il trentunesimo compleanno di Martin.
Un altro piccolo grande passo, perché come dice il messaggio della campagna lanciata dal CoorDown per la Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down 2023, «Non ci sono più scuse (ridicole)».