«È la prima volta, da molti anni a questa parte, che tutti i Centri di Riabilitazione della Toscana che si occupano di disabilità intellettiva e relazionale grave e gravissima, molti gestiti dalle stesse famiglie di persone con disabilità, parlano di risorse in un contesto pubblico. Il nostro è un grido d’allarme alle Istituzioni, non possiamo tacere queste difficoltà, andare avanti in questi limiti finanziari è sempre più difficile»: lo ha detto Roberto Cutajar, direttore generale dell’Istituto Scientifico Stella Maris di Calambrone (Pisa), nel corso del convegno di Firenze I Centri di Riabilitazione della disabilità neuropsichica grave e gravissima in Regione Toscana: riflessioni sullo stato attuale, problemi e prospettive, organizzato dall’ASIR (Associazione Scientifica Istituti di Riabilitazione della Toscana).
Il convegno ha visto intervenire rappresentanti dei Centri di Riabilitazione e soggetti istituzionali che si sono confrontati sul tema della disabilità intellettiva e dei disturbi del neurosviluppo. Un tema, quello del rapporto fra Centri e Istituzioni, che ha prodotto in passato importanti risultati, ma anche fasi critiche, come ha ricordato ancora Cutajar: «Il Coordinamento dei nostri Centri, già dalla sua nascita nel 1999, ha prodotto un’importante interlocuzione con le Istituzioni regionali, che ha portato a notevoli risultati, come la prima normativa delle Residenze Sanitarie per Disabili, e la progettazione dei percorsi assistenziali riabilitativi nella disabilità neuropsichica grave e gravissima. Tutto questo si è interrotto nel 2015, perché da quel momento non siamo stati più ascoltati da nessuno».
È mancato e manca, pertanto, un rapporto collegiale di interlocuzione fra i Centri da una parte e USL e Regione dall’altra, mentre la tendenza delle Istituzioni pubbliche è sempre più quella di affrontare questioni normative e contrattuali singolarmente, anche senza la partecipazione dei Centri e delle Associazioni dei familiari ad essi afferenti. Un deficit che porta oggi i Centri a considerare non più rinviabile la ripresa e il rilancio di un Coordinamento non solo a livello fiorentino, ma anche regionale, talché i Centri stessi hanno le medesime esigenze e uguali problemi: serve quindi unità, né ognuno può andare per la propria strada.
Al convegno di Firenze sono intervenuti Francesca Faggi della Fondazione Opera Santa Rita di Prato, che ha presentato il caso di una persona con disabilità grave, gli esiti positivi del suo trattamento e la necessità di integrare le risorse insufficienti fornite dal sistema pubblico con risorse della stessa Fondazione Santa Rita, Marco Armellini, direttore dell’Area Salute Mentale dell’Infanzia nell’AUSL Toscana Centro, mentre ha portato un proprio saluto l’assessora al Welfare del Comune di Firenze Sara Funaro.
I lavori si sono conclusi con una tavola rotonda cui hanno partecipato i Presidenti delle varie Associazioni dei familiari e dei Centri di Riabilitazione (Vittorio d’Oriano dell’ANFFAS di Firenze; Leandro Lombardi della Fondazione San Sebastiano, Luciano Pieri del PAMAPI-Centro Abilitativo per Disturbi dello Spettro Autistico, Franca Pratesi del CTE-Centro Terapie Educative, Silvia Sciamacca dell’AIABA-Associazione Italiana per l’Assistenza ai Bambini Autistici e Mauro Torselli della Fondazione ODA), i quali hanno tutti richiesto vivamente che la Regione torni a dare al settore l’attenzione necessaria. (R.R. e S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Roberta Rezoalli (r.rezoalli@gmail.com).