Sono ormai da vent’anni conduttrice di cani guida e leggo ora la storia di Camilla Di Pace, giovane donna cieca mia concittadina [a Bologna, N.d.R.], che decide di prendere un cane guida e che per questo rischia di ritrovarsi senza casa.
Da anni l’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), sia a livello locale che nazionale, cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dei cani guida per le persone non vedenti e sul loro ruolo fondamentale per il miglioramento della qualità di vita di chi non vede. Appare però evidente che la comunicazione non è sufficiente, se ci ritroviamo ancora oggi a leggere storie come quelle di Camilla.
I cani guida sono animali addestrati, educati a vivere in appartamento, a comportarsi bene in qualsiasi luogo pubblico, a non dare fastidio, proprio perché la legge stabilisce l’obbligo, per tutti gli esercizi e i mezzi di trasporto aperti al pubblico, di accoglierli senza discriminare in alcun modo i loro conduttori. Una violazione palese della legge la troviamo in un altro articolo di questi giorni, che racconta la storia di una persona che viene cacciata da una chiesa a Trieste, perché accompagnata da un cane guida.
Chi decide di muoversi con un cane guida non lo fa per vezzo, ma perché con questo animale potrà avere una vita più piena e serena. È ovvio che, come vale per chiunque, anche un cieco risponde di eventuali danni che il cane possa causare, ma non si può stabilire aprioristicamente che ciò accadrà.
La proprietaria dell’appartamento in cui vive Camilla Di Pace di fatto non viola la legge, tuttavia auspichiamo una sensibilità e un’attenzione maggiore nei confronti di chi con fatica cerca di accrescere ogni giorno la propria autonomia.
Ci adoperiamo costantemente affinché storie come queste non accadano più. Bologna ha accolto e ancora oggi accoglie tante persone cieche che trovano qui solidarietà, comprensione e attenzione; per questo, come persone bolognesi con disabilità visiva, ci sentiamo ancor più feriti da eventi così incresciosi.
A nome dunque di tutto il Consiglio Territoriale dell’UICI di Bologna, vogliamo esprimere la nostra piena solidarietà a Camilla e saremo con lei se riterrà utile il nostro supporto.
Ci mettiamo poi a disposizione di chiunque volesse conoscere meglio la realtà dei cani guida, perché possa rendersi conto di quanto a volte i pregiudizi e la non conoscenza possano indurre in errori come quello di cui è vittima Camilla e con lei tanti altri ciechi con i loro amici a quattro zampe.
Ringraziamo Katia Caravello per la collaborazione.
Vicepresidente dell’UICI di Bologna (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti).
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