«Sembra farsi strada l’ipotesi di equiparare i titoli esteri per la specializzazione sul sostegno didattico a quelli del nostro Paese. Confidiamo che tale ipotesi venga accantonata dal Governo e si potenzino invece le università italiane in modo da evitare la carenza di docenti specializzati»: è quanto si legge in una nota diffusa dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), spiegando tale presa di posizione con il fatto che «a differenza del nostro Paese, in cui da oltre cinquant’anni si lavora per l’inclusione scolastica, in molti altri Stati esistono ancora le classi speciali per i soli alunni e alunne con disabilità. L’approccio di quanti si sono formati professionalmente in quei Paesi è dunque gioco forza differente dal nostro».
A proposito, quindi, della necessità di incrementare in Italia la presenza di personale docente formato, secondo la FISH «sarebbe importante istituire dei corsi dei laurea per il sostegno presso le facoltà di Scienze della Formazione, un percorso che renderebbe più facile e incrementerebbe la specializzazione degli insegnanti di sostegno, consentendo anche di procedere con la nostra Proposta di Legge sulla separazione delle cattedre, che il Ministro dell’Istruzione aveva a suo tempo valutato come positiva». Si tratta, lo ricordiamo, della Proposta di legge sulla continuità didattica dei docenti specializzati per il sostegno didattico agli alunni con disabilità e norme varie per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica, presentata il 23 dicembre 2021 dalla FISH presso il Ministero dell’Istruzione, come avevamo riferito a suo tempo.
«Ormai da decenni – sottolinea Vincenzo Falabella, presidente della FISH – vi è in Italia una normativa che ha cancellato di fatto le classi speciali e l’approccio all’insegnamento che ne derivava. Equiparare dunque i titoli esteri per la specializzazione sul sostegno didattico significherebbe tornare indietro. Incaricare invece questi professionisti, tramite la messa a disposizione per un tempo determinato, come già avviene, data l’attuale carenza di personale specializzato, è una risposta giusta, purché resti temporanea. (S.B.)
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