Tema che abbiamo già recentemente affrontato in riferimento alle Marche, quello dei centri estivi vede impegnata anche quest’anno pure la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, che costituisce la componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che in occasione dell’apertura delle relative iscrizioni, ciò che sta avvenendo in queste settimane, ha inviato una lettera a tutti i Sindaci della Lombardia e all’ANCI Regionale (Associazione Nazionale Comuni Italiani), per ricordare che «a tutti i bambini/bambine e ai ragazzi/ragazze con disabilità deve essere garantito il diritto a frequentare i centri estivi su base di uguaglianza con i loro coetanei. I centri estivi stessi, infatti, rappresentano un’importante occasione di socializzazione, divertimento e svago, oltreché un servizio necessario all’organizzazione del lavoro familiare ed è per questo che la partecipazione ad essi va garantita a tutti i bambini e le bambine, a tutti i ragazzi e le ragazze con disabilità, così come avviene per i coetanei».
Nel corso degli ultimi anni, purtroppo, il Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della LEDHA ha ricevuto numerose segnalazioni da parte di famiglie di bambini e ragazzi con disabilità che hanno denunciato episodi di discriminazione ai loro danni. «In tal senso – sottolinea il presidente della LEDHA Alessandro Manfredi – va innanzitutto ribadito, tra le altre cose, che alle famiglie non può essere chiesto, a causa dei bisogni assistenziali del proprio figlio, di pagare una retta superiore o che possa essere imposta una frequenza ridotta al centro estivo. Quando infatti si eroga un servizio per la cittadinanza come un centro estivo, bisogna tenere conto delle esigenze e delle caratteristiche di tutti i bambini e ragazzi, compresi quelli con disabilità».
Nella propria lettera la LEDHA ricorda che ogni Comune, ma anche ogni gestore privato, deve attivarsi per garantire sin dal primo giorno ai bambini e ai ragazzi con disabilità che intendano iscriversi al centro estivo l’assistenza di supporto di cui hanno bisogno, tramite le necessarie misure e accomodamenti ragionevoli, senza potere delegare questo compito alla famiglia. E nel caso in cui un minore necessiti di un forte bisogno di sostegno, Comuni e centri privati non possono rifiutare la sua iscrizione o limitare la sua frequenza, dichiarandosi non in grado di garantire tale assistenza.
«Pertanto – conclude Manfredi – contiamo e speriamo che anche a seguito di questa nostra iniziativa, quest’anno, tutti i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze con disabilità abbiano la possibilità di divertirsi insieme ai loro compagni e amici con e senza disabilità, senza alcuna limitazione, dovuta – come sappiamo bene – a questioni di carattere economico». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@ledha.it.
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