Giada Canino, 17 anni, residente a Calolziocorte (in provincia di Lecco), è una campionessa italiana e regionale di danza sportiva, che ha vinto decine di competizioni e nel 2025 rappresenterà l’Italia ai Giochi Mondiali Special Olympics di Torino.
Giada, che ha la sindrome di Down, è giovane, carina, spigliata. Non balla solo quando si allena o compete, le piace farlo anche a casa, per il semplice gusto di divertirsi ed esprimere se stessa. Ama anche realizzare dei brevi filmati con le sue coreografie. Filmati che pubblica su TikTok, il noto social che consente di creare e condividere brevi video, come fanno, del resto, molte sue coetanee.
Fatto sta che da qualche mese alcuni cyberbulli hanno iniziato a deriderla e a rivolgerle insulti legati al suo aspetto e alla sua disabilità.
Della vicenda si sono occupati molti media nazionali (si legga, ad esempio, l’articolo a cura di Fabrizio Capecelatro, Ballerina di 17 anni con la sindrome di down si esibisce su TikTok e viene insultata e derisa, pubblicato da «Fanpage.it»).
Canino si propone nella sua autenticità, con nome e cognome veri, mostrando se stessa e la sua voglia di vivere, un diritto che nessuno le può negare e che va protetto. Chi la denigra e la insulta, invece, si nasconde dietro uno schermo ed usa nickname e account fake [nomignoli e profili social falsi, N.d.R.].
La giovane, però, non si fa intimidire e, assieme al padre Elio, realizza un altro video, anch’esso pubblicato su TikTok, per dire #stopalbullismo. Nel filmato, Giada chiede al genitore per quale motivo ci sono persone che «scrivono male» riguardo ai suoi video, e suo padre la invita a non prestare attenzione a quei commenti. «Divertiti a fare i tuoi video e fregatene di quello che dice la gente – le dice –. Anche perché chi ti scrive sono dei mocciosini, che si permettono il lusso di prenderti in giro».
Quindi si rivolge direttamente agli hater: «Non prendete in giro. Noi genitori facciamo tanti sacrifici per mandare avanti i nostri figli, farli rispettare. E voi vi mettete su TikTok a scrivere queste cavolate? Ma i vostri genitori cosa vi hanno insegnato?». Dal canto suo, Giada chiarisce: «Queste persone non mi piacciono». E non è l’unica a cui non piacciono, considerando che il video in questione è stato visto da tante persone ed è arrivata una valanga di messaggi di solidarietà.
Anche la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli l’ha chiamata al telefono per manifestarle la sua solidarietà e invitarla Roma.
Insomma, se l’intento dei cyberbulli era quello di ridicolizzare una giovane donna e farle passare la voglia di ballare, prossimo dire che esso è miseramente fallito.
Ci auguriamo che gli inquirenti trovino presto e sanzionino in modo appropriato gli autori o le autrici delle violenze. Nel frattempo segnaliamo che esiste una Rete Nazionale per il Contrasto ai Discorsi e ai Fenomeni d’Odio, e che sono state proposte diverse buone pratiche degne di essere conosciute. Ne abbiamo individuate due che ci sembrano particolarmente efficaci: il Manifesto della comunicazione non ostile e il Manifesto della comunicazione gentile. L’odio, dentro e fuori dalla rete, va contrastato, e il modo più semplice per farlo è imparare a comunicare in modo non ostile e gentile in tutti i contesti.
Responsabile di Informare un’h, Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa), nel cui sito le presenti riflessioni sono già apparse e vengono qui riprese, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
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