Prende il via oggi, 19 aprile, il ciclo di incontri online denominato Rafforzare la tutela delle persone con disabilità nel contesto delle migrazioni forzate, iniziativa organizzata dall’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, che dopo l’odierno webinar sul tema Comprendere la disabilità, proseguirà nel pomeriggio del 17 maggio con La tutela delle persone rifugiate, richiedenti asilo e apolidi con disabilità secondo la normativa italiana e nel contesto del sistema di protezione e accoglienza, concludendosi nel pomeriggio del 15 giugno, con Strategia per promuovere l’inclusione delle persone rifugiate, richiedenti asilo e apolidi con disabilità.
Ben volentieri riportiamo di seguito l’approfondimento sul ciclo di incontri curato dalla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che a tal proposito ha interpellato Patrizia Buonamici, Protection Associate dell’UNHCR.
Solitamente si tende a pensare alla migrazione e alla disabilità come temi separati. L’esperienza ci dice invece che questi due mondi si sovrappongono, in quale modo?
«Vi è una difficoltà a uscire dall’analisi binaria di una questione tanto complessa quale quella delle migrazioni forzate delle persone fra le quali, naturalmente, possono esservi persone con disabilità.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che circa il 15% della popolazione mondiale abbia una disabilità, questo indicherebbe che circa 12 milioni di persone con disabilità al mondo sono state costrette a fuggire dalle proprie case a causa della guerra, della violenza e delle persecuzioni. Tuttavia, il numero reale è probabilmente molto più alto, poiché spesso le persone con disabilità rimangono invisibili all’interno delle loro comunità. Le difficoltà inerenti alla fuga colpiscono in modo sproporzionato le persone con disabilità: sono spesso a maggior rischio di violenza, sfruttamento e abuso, incontrano ostacoli nell’accesso ai servizi di base e sono frequentemente escluse dall’istruzione e dalle opportunità di sostentamento».
Quali sono gli obiettivi che volete raggiungere con questo ciclo di webinar?
«Con questo percorso formativo, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, in collaborazione con CBM Italia, con la LEDHA, con Giampiero Griffo (DPI-Disabled Peoples’ International), con Special Olympics Italia e attraverso la testimonianza diretta di una persona rifugiata con disabilità, intende avviare un percorso di sensibilizzazione e formazione dei principali attori che interagiscono e accompagnano il percorso delle persone rifugiate, richiedenti asilo e apolidi con disabilità.
In particolare, nel corso dei tre webinar intendiamo fornire ai partecipanti strumenti per comprendere il tema delle disabilità e, quindi, per rafforzare la capacità di protezione; applicare i princìpi contenuti nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità; progettare strategie immediate e a lungo termine per mitigare i rischi di protezione e promuovere la protezione e l’inclusione delle persone con disabilità».
Le persone richiedenti asilo e rifugiate con disabilità trovano adeguata accoglienza in Italia?
«Secondo quanto disposto dall’articolo 17 del Decreto Legislativo 142/15, norma che disciplina il sistema di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo, le persone con disabilità rientrano fra le “persone portatrici di esigenze particolari”. Questo comporta l’obbligo a carico degli attori chiamati a garantire un’adeguata accoglienza, di tenere conto delle specifiche vulnerabilità. Purtroppo, però, sebbene la norma preveda una garanzia formale, si registrano margini di miglioramento nel sistema di accoglienza, affinché tale tutela possa definirsi anche sostanziale».
Quali sono le strategie da mettere in atto per favorire l’inclusione delle persone rifugiate con disabilità?
«Come tutte le altre persone, coloro che hanno una disabilità contribuiscono in modi diversi alle loro comunità. Tuttavia, le barriere che ostacolano la loro partecipazione devono essere mitigate attraverso un impegno proattivo per promuoverne l’inclusione. Il lavoro dell’UNHCR è guidato da un approccio alla disabilità basato sui diritti, speculare alla citata Convenzione ONU, e si concentra sul coinvolgimento significativo delle persone con disabilità in tutte le decisioni che le riguardano; ciò include l’identificazione e il superamento delle barriere – comprese quelle ambientali, di comportamento e di comunicazione – che impediscono alle persone con disabilità di accedere e di partecipare ai programmi e alle attività su una base di uguaglianza con le persone senza disabilità».
A questo link è disponibile il programma completo del ciclo di incontri, con le indicazioni per parteciparvi.