Patologie oculari gravi che comportano la progressiva perdita della vista, le retinopatie e la maculopatia sono anche tra le più insidiose in quanto “silenziose”. Si sviluppano cioè senza sintomi evidenti, fino a quando lo stadio non è così avanzato da compromettere la capacità di leggere, scrivere, riconoscere il volto delle persone e compiere gesti anche semplici. «Proprio per questo è fondamentale sottoporsi a controlli preventivi regolari, specialmente nelle fasce di popolazione più a rischio», come dichiara Massimo Ligustro, presidente dell’Associazione Comitato Macula, costituitasi nel 2020 per dare voce alle persone con maculopatia e retinopatie, un appello rivolto in particolare a tutta la popolazione con più di 50 anni, considerata la fascia più esposta, e soprattutto a chi soffre di patologie predisponenti come il diabete.
Il messaggio arriva all’indomani di una recente indagine svolta da TestaLaVista, strumento di prevenzione online promosso dallo stesso Comitato Macula, che dopo quasi due anni di attività e di raccolta dati, con il coinvolgimento di oltre 40.000 persone (17.000 di età superiore ai 55 anni), ha potuto concludere che di esse ben il 50% ha dichiarato di non avere svolto negli ultimi due anni una visita oculistica completa, percentuale che sale al 54% se si considera la fascia d’età tra i 55 e i 64 anni, attestandosi invece sul 46% in riferimento agli ultrasessantacinquenni.
«I dati forniti dal Comitato Macula – commenta Giuseppe Querques, specialista in Oftalmologia dell’Università Vita-Salute, IRCSS San Raffaele di Milano – dimostrano una scarsa attenzione verso patologie che possono provocare la perdita progressiva della vista, come l’edema maculare diabetico, patologie che invece, se individuate e trattate precocemente, potrebbero essere tenute sotto controllo con ottimi risultati. Il mio invito ai cinquantenni che non si siano mai sottoposti a una visita oculistica completa, è dunque quello di farlo il prima possibile. Il medico svolgerà un accurato esame del fondo oculare e, qualora lo ritenga necessario, potrà sottoporre il paziente a un eventuale esame più approfondito come l’OCT (tomografia a coerenza ottica) o indirizzarlo presso un centro oculistico dotato di questo macchinario sofisticato, ma oggigiorno di largo utilizzo e diffusione». (S.B.)
A questo link è disponibile un testo di ulteriore approfondimento. Per altre informazioni: Giulia Ronca (g.ronca@sartoricomunicazione.it).
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