Accessibilità di prodotti e servizi: la Commissione Europea bacchetta l’Italia

La Commissione Europea ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, per il non completo recepimento delle norme comunitarie sull’accessibilità di prodotti e servizi quali telefoni, computer, libri elettronici, servizi bancari e comunicazioni elettroniche. Ora il nostro Paese avrà due mesi di tempo per adottare le misure necessarie. Un appello al Governo per far sì che questo richiamo venga preso in considerazione, coinvolgendo le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria, arriva da Nina Daita, responsabile delle Politiche per la Disabilità nella CGIL

Commissione EuropeaNon solo Danimarca ed Estonia: anche nei confronti dell’Italia, purtroppo, la Commissione Europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione, «per il non completo recepimento delle norme dell’Unione Europea sull’accessibilità dei prodotti e dei servizi», come si legge nel portale della stessa Commissione, in riferimento all’Atto Europeo sull’Accessibilità (Direttiva (UE) 2019/882), il quale «impone che i prodotti e i servizi essenziali come telefoni, computer, libri elettronici, servizi bancari e comunicazioni elettroniche siano accessibili alle persone con disabilità».
«Le imprese e i servizi – si legge ancora – devono garantire la conformità a una serie di requisiti comuni di accessibilità dell’Unione Europea entro il 2025 e il 20 luglio 2022 la Commissione aveva inviato lettere di costituzione in mora a 24 Stati Membri per la mancata comunicazione delle misure che recepiscono integralmente la direttiva. Danimarca, Estonia e Italia non hanno recepito integralmente nei rispettivi ordinamenti nazionali l’Atto Europeo sull’Accessibilità entro il termine del 28 giugno 2022. Ora dispongono di 2 mesi per adottare le misure necessarie e ovviare alle carenze individuate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di inviare loro un parere motivato».

Un commento alla procedura di infrazione arriva da Nina Daita, responsabile nazionale delle Politiche per la Disabilità nella CGIL, che parla di «brutta notizia», da inserire in un quadro sottolineato da tempo, ovvero che «l’abbandono delle politiche attive in favore delle persone con disabilità comporta ulteriori discriminazioni, lasciando alle famiglie e alle stesse persone con disabilità la fatica del vivere quotidiano senza aiuti e sostegni adeguati, come ad esempio accade con la carenza di specifici ausili nelle scuole, ciò che spesso crea un’ulteriore difficoltà per alunni e alunne con disabilità, discriminandoli nel diritto all’istruzione e svantaggiandoli per tutta la vita, così nel lavoro e nella vita quotidiana».
«Facciamo dunque appello al Governo – conclude l’esponente sindacale – affinché questo richiamo venga preso in considerazione, coinvolgendo le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria, programmando politiche serie di tutela, di inclusione e di protezione sociale delle persone con disabilità e delle loro famiglie». (S.B.)

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