«Questi dati certificano quanto le organizzazioni non profit siano fondamentali per la tenuta sociale del Paese, ma fotografano anche un settore messo alla prova, che ha bisogno di sostegno da parte delle Istituzioni a tutti i livelli, per continuare a fare la propria parte»: così Chiara Tommasini, presidente di CSVnet, l’Associazione Nazionale che raggruppa quarantanove Centri di Servizio per il Volontariato, commenta i primi risultati del nuovo Censimento ISTAT sulle Istituzioni Non Profit, presentati a Roma.
«La pandemia e la conseguente crisi sociale ed economica degli ultimi tre anni – aggikunge Tommasini – hanno picchiato duro, incidendo anche sul numero dei volontari che, all’interno delle organizzazioni non profit, sono in consistente calo, passando dai 5 milioni e mezzo rilevati nel 2015 ai 4 milioni e 600.000 del 2021. Quanto i volontari siano fondamentali per il settore, e per tutto il Paese, è dimostrato dalla larghissima quota di realtà che possono contare su di loro, il 72% del totale. Per questo servono politiche di sostegno e accompagnamento per facilitare il ricambio generazionale e favorire l’ingresso di nuovi volontari anche con campagne di promozione specifiche capaci di raggiungere i giovani già in età scolare».
«Dal canto loro – prosegue la presidente di CSVnet – i Centri di Servizio per il Volontariato stanno intensificando il proprio lavoro per supportare le organizzazioni del Terzo Settore nella complessa transizione legata alla riforma normativa, per aiutarle nell’affrontare i maggiori adempimenti burocratici e amministrativi, favorendo anche percorsi di digitalizzazione, che si scontrano però, come certificato anche dall’ISTAT, con una carenza di risorse da parte del non profit stesso. Sempre dai dati ISTAT, inoltre, emerge quanto il Terzo Settore stia mettendo in campo crescenti reti di relazione con i soggetti locali: c’è dunque bisogno che il suo ruolo di attore partecipante ai tavoli di co-progettazione venga riconosciuto e valorizzato anche e non solo nella prospettiva di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza».
«I fronti su cui lavorare insieme alle Istituzioni a tutti i livelli – conclude Tommasini -, dal Governo alle Amministrazioni Locali, sono molti e occorre che ognuno faccia la sua parte per poter sostenere un mondo imprescindibile per la coesione sociale dell’Italia». (S.B.)
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