Cortesia e cordialità sono i comportamenti fondamentali che ogni commerciante deve assumere nelle vendite e nel rapporto con la clientela. Affinché i clienti con disabilità abbiano lo stesso trattamento e le stesse opportunità degli altri, in Veneto, ossia nella Riviera del Brenta e dintorni, è stato realizzato il progetto denominato Disability Friendly, idea nata dalla collaborazione dell’Associazione Famiglie e Abilità, formata da genitori che desiderano far vivere i propri figli con disabilità in autonomia, con Oltre il muro, realtà impegnata a favore delle persone con disabilità motoria e, negli ultimi anni, anche con l’UICI di Venezia (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti). Il tutto allo scopo di rendere accessibili e inclusivi, oltre alle attività commerciali, anche i beni culturali e le Pubbliche Amministrazioni del territorio.
Il progetto si rivolge a proprietari, gestori e dipendenti di negozi e dei beni culturali e a quelli delle amministrazioni; i beneficiari, invece, sono i clienti con ogni tipo di disabilità, fisica, cognitiva e sensoriale, sia residenti della zona, sia turisti.
«Disability Friendly – spiega Alessandra Boran, presidente di Famiglie e Abilità – nasce nel 2017 dall’esigenza di genitori che avevano subìto discriminazioni da parte di strutture commerciali. Le particolari modalità di relazione di alcuni ragazzi autistici o con disturbi comportamentali, la loro difficoltà ad accettare alcune situazioni ambientali, musica dall’alto volume, luci troppo vivaci, o troppo poco, la mancanza di comunicazione, rendevano particolarmente complicato l’ingresso in alcune strutture. Abbiamo quindi ritenuto necessario far conoscere i nostri figli e ci siamo mobilitati inizialmente per formare, informare e fornire strumenti di accoglienza rivolta alle persone con disabilità agli esercizi commerciali “sotto casa”».
Il progetto consiste in un percorso articolato in tre fasi la prima delle quali è dedicata alla formazione dei gestori e dei dipendenti delle attività commerciali, ai quali vengono fornite nozioni sulle principali sintomatologie delle disabilità psichiche in età evolutive, sulle difficoltà più comuni di comunicazione e sulle possibili strategie, sugli eventuali comportamenti causati da sensazioni di disagio e sulle modalità che si possono mettere in atto per far diventare i contesti sociali più inclusivi. Nello stesso momento formativo vengono anche suggeriti gli strumenti necessari per rendere accessibili i negozi, fornendo specifici riferimenti della percezione e comunicazione, per abbattere o ridurre ogni tipo di barriera.
Durante la seconda fase del progetto, quella detta di esecuzione strategica, i commercianti, i gestori e gli impiegati possono usufruire della consulenza di esperti, grazie alla quale vengono individuate le eventuali criticità inerenti alle barriere architettoniche, a quelle sensoriali-percettive e il posizionamento delle PECS, le tessere-immagini necessarie alla CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), che facilita la comprensione ai potenziali clienti con autismo o con altri disturbi oltre di chi non padroneggia la lingua italiana.
Dopo l’avvenuta comunicazione della fine dell’esecuzione strategica, fa seguito il sopralluogo delle attività aderenti, che precede il rilascio della certificazione.
Il conseguimento della certificazione Disability Friendly è l’ultima fase del percorso. Viene applicata all’ingresso, insieme a una locandina, indica che la stessa attività ha aderito al progetto e la precedenza degli eventuali clienti con disabilità nell’essere serviti.
«Molti commercianti già certificati – sottolinea ancora Boran – ci hanno raccontato di quanto arricchimento, dal punto di vista emotivo, abbiano tratto dall’adesione al progetto. Il nostro obbiettivo è quello di rendere il territorio accogliente per tutti, nelle sue diverse sfaccettature, accogliente per tutti».
È dunque particolarmente importante creare una rete sempre più fitta di attività e amministrazioni che sappiano accogliere e dare i loro servizi a tutte le persone. Nello specifico di Disability Friendly, il prossimo obiettivo è quello di varcare i propri confini regionali.
Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Far ‘capire’ i propri figli ai negozianti: il dialogo costruttivo dei genitori della Riviera del Brenta”, e viene qui ripreso – con alcuni riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.
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