L’evento si chiama Lo sport non va in vacanza, è organizzato a Pescara dal CONI assieme al Comune della città abruzzese e da giugno ad agosto consentirà a tanti giovani di vivere due mesi di gioco, svago e socializzazione, praticando sport all’aria aperta e soprattutto divertendosi negli impianti sportivi comunali con istruttori certificati CONI diplomati ISEF o laureati in scienze motorie e istruttori di primi livello per le rispettive Federazioni coinvolte. Per i bambini e i ragazzi con disabilità, però, sembra proprio di poter dire che, almeno in questo caso, “lo sport andrà davvero in vacanza”, se è vero quanto denunciato in una nota congiunta dall’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo e dall’ANGSA Abruzzo (Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo).
«Evidentemente – dichiara ad esempio Claudio Ferrante , presidente delle Carrozzine Determinate – l’assessore allo Sport del Comune di Pescara Patrizia Martelli conosce poco l’articolo 30 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport), che incoraggia e promuove la partecipazione delle persone con disabilità alle attività sportive. Non ci risulta, infatti, che siano stati messi in campo istruttori esperti che abbiano le competenze specifiche per poter affrontare tutti i casi di diverse disabilità. Vogliamo inoltre sapere se sono state fatte verifiche accurate sull’accessibilità delle strutture coinvolte, compresi spogliatoi e servizi igienici e vogliamo conoscere quale sia l’intero programma specifico e quali sport potranno praticare le persone in carrozzina, quelle con amputazione e quelle con disabilità sensoriale e intellettiva».
«Ancora una volta – aggiunge Alessandra Portinari, presidente dell’ANGSA Abruzzo – l’assessore Martelli si dimentica delle persone con disabilità. Già nell’estate dello scorso anno, infatti, era stato fatto presente sia a lei che al CONI che i bambini e i ragazzi con disabilità non potevano fare attività senza un’assistenza e anche quest’anno nell’avviso aperto ad un massimo di 1.000 partecipanti, soltanto 10 posti sono riservati ai minori appartenenti a nuclei familiari che vivono un disagio sociale, condizione che non corrisponde certamente solo ad uno stato di disabilità. A distanza di un anno, dunque, nonostante la nostra Associazione abbia sollecitato di aprire l’attività ai bambini e ai ragazzi con disabilità, nulla è cambiato, anzi, aumentando il budget, si assiste ancora una volta ad un trattamento discriminatorio, perché gli sport elencati non possono essere praticati da tutti: la maggior parte dei bambini con autismo, ad esempio, può praticare soltanto il nuoto e non la corsa campestre, ma gli assistenti non potranno essere presenti alle Naiadi e alla Piscina Provinciale e quindi molti di loro resteranno comunque fuori».
«Questo è uno scivolone – concludono congiuntamente i Presidenti delle due Associazioni – che denota l’assenza di attenzione per le persone con disabilità. Siamo basiti dal perpetuarsi della mancanza di sensibilità, che non andrebbe sollecitata ogni volta, ma dovrebbe essere un modus operandi di amministratori che hanno a cuore tutti i cittadini e le cittadine. Ci sentiamo offesi per tali comportamenti che escludono dal mondo dello sport le persone con autismo e le loro famiglie e in generale le persone con disabilità». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: carrozzinedeterminate@hotmail.it; abruzzoangsa@gmail.com.
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