Soluzioni per una scuola che sia realmente più inclusiva

Basato sulla relazione, per una società e una scuola inclusiva dove le diversità siano risorse, il metodo della maestra Barbara Riccardi, nato dall’esperienza della saga “Barbara Maestra in Azione”, iniziata con il volume “Scarabocchi in fuga” (illustrazioni di Francesco Nardi), è stato al centro di un incontro a Roma al quale è intervenuto anche Salvatore Nocera, soffermatosi, per l’occasione, anche sulla posizione della Federazione FISH, riguardante la necessità di un’apposita classe di concorso per il sostegno
Barbara Riccardi
Nel 2016 Barbara Riccardi è stata finalista al “Global Teacher Prize”, il “Nobel degli Insegnanti”

Come avevamo segnalato nei giorni scorsi, al centro di un incontro alla Biblioteca Casanatense di Roma vi è stata la saga di Barbara Riccardi, illustrata da Francesco Nardi, denominata Barbara, Maestra in azione e pubblicata da Anicia, casa editrice di libri pedagogici per insegnanti e genitori e di libri illustrati per bambini e ragazzi, una saga iniziata con la pubblicazione del volume Scarabocchi in fuga, e che è divenuta non solo un’opportunità formativa per insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria, ma anche un modo alternativo di fare formazione, attraverso pratiche laboratoriali ed esperienziali.
«L’occasione è stata propizia – spiega Marina Petrucci, tiflofidatta dell’ASP (Azienda di Servizi alla Persona) Sant’Alessio Margherita di Savoia di Roma – per lanciare appunto un progetto di vera inclusività in collaborazione il Sant’Alessio: i relatori, infatti, hanno presentato il loro coinvolgimento nella realizzazione dell’ebook di Anicia, di un audiolibro e di una tavola tattile che sarà la copertina del libro trascritto in Braille realizzato dalla nostra ASP».

Il benvenuto all’incontro da parte della Blind International Orchestra, formazione di musicisti ipovedenti diretta da Alfredo Santoloci, docente del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, ha dato la giusta “nota” all’avvio dell’incontro, moderato dalla giornalista Valentina Santarpia del «Corriere della Sera». Per l’ASP Sant’Alessio, insieme alla citata Petrucci, erano presenti altre due “tiflodidatte in azione”, ovvero Laura Pompa e Gioia Rafanelli. Dal canto suo, l’avvocato Salvatore Nocera ha sperimentato la lettura della tavola tattile, mentre l’attrice Francesca Antonelli ha letto alcuni passaggi del libro.
«La restituzione del lavoro progettuale e dell’evento formativo – sottolinea ancora Marina Petrucci – ha maggiormente costruito la chiara possibilità di una collaborazione futura per la formazione e la produzione di libri tattili e in Braille. Molti operatori in collegamento hanno riconosciuto il valore aggiunto del lavoro intrapreso, fornendo una restituzione veramente positiva di esso. Tutti in azione, dunque, con la maestra Barbara!».

A conclusione dell’evento, apprezzato è stato un intervento di Salvatore Nocera, da valutare quale possibile ipotesi di lavoro per la FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, nella quale lo stesso Nocera è presidente del Comitato dei Garanti. Nel ribadire infatti la validità della nuova modalità di didattica presentata, l’avvocato ha voluto precisare la posizione della FISH circa «la necessità di un’apposita classe di concorso per il sostegno, che richieda, per accedervi, la laurea triennale in Scienza dell’Educazione, più due anni di specializzazione per le attività di sostegno, attualmente ridotte – incredibilmente – ad un solo anno generico, più un sesto anno abilitante costituito da tirocinio diretto e indiretto». «Questo – ha aggiunto – garantirebbe una vera scelta professionale, come avviene per le cattedre curricolari (italiano, matematica ecc.) e assicurerebbe una seria continuità didattica, evitando così l’attuale strumentalizzazione del sostegno, purtroppo diffusa, anche se non da tutti, che una volta divenuti di ruolo, porta a passare a una cattedra curricolare vicina alla propria residenza».
«Se poi si teme che l’apposita classe di concorso per il sostegno possa “condannare” i docenti su tale cattedra – ha concluso Nocera –, basterebbero due anni ulteriori per ottenere la laurea magistrale in Scienza dell’Educazione con la quale insegnare nelle scuole dell’infanzia e in quelle primarie, grazie al concorso per titoli di “passaggio di cattedra”». (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: formazione@anicia.it.

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