Avete presente quando, nel lontano 1982, durante la finale dei Mondiali Italia-Germania, il celebre e amatissimo telecronista Nando Martellini urlò: «Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!».
Il suo triplice grido riecheggia ancora nella mia testa come uno splendido ricordo. Le sue parole cariche di emozioni erano certamente legate ad un’accurata visione di alcune immagini e azioni. Ma se Nando non avesse avuto la possibilità di guardare con i propri occhi la partita, avrebbe potuto pronunciare quelle stesse parole con la stessa carica di entusiasmo?
Io direi proprio di sì! Una telecronaca si può fare anche senza vedere. Ma come? Vi starete chiedendo…
Vorrei portare alla vostra attenzione un bellissimo esempio, quello di Daniele Cassioli il quale, oltre ad essere un brillante atleta di sci nautico paralimpico e dirigente sportivo italiano, è anche un esperto cronista.
A tal proposito, il mio collega Antonio Giuseppe Malafarina, in un recente articolo sul blog InVisibili del «Corriere della Sera», ha spiegato attraverso una bellissima intervista a Daniele quali sono gli aspetti essenziali di una telecronaca “senza vista”.
Dunque, Malafarina afferma: «Telecronaca è fusione di due elementi: visione e cronaca. Senza visione sembra impossibile ci sia trasposizione dei fatti sportivi che generano la cronaca. Daniele Cassioli, uno dei più grandi atleti del nostro paese che non ci vede dalla nascita, scardina questo principio all’apparenza sacrosanto. Lui commenta in diretta eventi sportivi […] senza vedere, appunto. Magia, truffa, condizionamento o mistero? Abilità».
Niente trucco e niente inganno, quindi! Solo delle preziosissime abilità: esperienza, passione, accurata capacità di mettersi in ascolto degli altri, del contesto e delle proprie sensazioni.
Non a caso Cassioli nell’intervista racconta: «Per fare le telecronache senza vedere occorrono tanti ingredienti: il primo è l’esperienza. Ho passato tanto tempo fuori dal campo ad ascoltare lo stadio, l’energia del pubblico […]. È un mix di rumori che arrivano dal campo, indicazioni derivanti dai sospiri e dalle esultanze dei tifosi, fischi, chiamate arbitrali, e quando tutto questo non basta, ci sono gli occhi degli altri […]».
E l’effetto che ne scaturisce non può non essere un effetto sorpresa perché, come lui stesso dice, «spesso si associa il non vedere al non capire. Ma voi capite tutto ciò che vedete?».
Quante volte ci è capitato di fraintendere alcune situazioni e/o gesti perché non abbiamo avuto la capacità o la volontà di porci in ascolto?
Continua a spiegare Daniele: «Il valore del suono è assoluto e prezioso […]. Prezioso perché proprio la vista disallena all’ascolto […]».
L’ascolto in questo caso è un’abilità più arricchente rispetto alla vista perché aiuta a concentrarci su ciò che sentiamo sia al di fuori che dentro di noi.
Cambia persino la prospettiva del “rumore” che in genere viene associato a qualcosa di fastidioso, ma che in questo contesto acquisisce un significato e valore differente: rumore come risorsa non come limite, in quanto fornisce informazioni utili sul mondo esterno e su quello che questo suscita nel nostro mondo interiore.
Ancora una volta, dunque, è una persona con disabilità ad avere un ruolo attivo, da protagonista nei processi di cambiamento culturale, e ad offrirci un nuovo “punto di vista”.
E voi, quali “punti di vista” potete dare?
Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.
Pensiero Imprudente
Dal mese di dicembre dello scorso anno Claudio Imprudente è divenuto una “firma” costante del nostro giornale, con questa sua rubrica che abbiamo concordato assieme di chiamare Pensiero Imprudente, grazie alla quale ha già incominciato a impreziosire le nostre pagine, condividendo con Lettori e Lettrici il proprio sguardo sull’attualità.
Persona già assai nota a chi si occupa di disabilità e di tutto quanto ruota attorno a tale tema, Claudio Imprudente è giornalista, scrittore ed educatore, presidente onorario del CDH di Bologna (Centro Documentazione Handicap) e tra i fondatori della Comunità di Famiglie per l’Accoglienza Maranà-tha. All’interno del CDH ha ideato, insieme a un’équipe di educatori e formatori specializzati, il Progetto Calamaio, che da tantissimi anni propone percorsi formativi sulla diversità e l’handicap al mondo della scuola e del lavoro. Attraverso di esso ha realizzato, dal 1986 a oggi, più di diecimila incontri con gli studenti e le studentesse delle scuole italiane. In qualità di formatore, poi, è stato invitato a numerosi convegni e ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche.
Già direttore di una testata “storica” come «Hp-Accaparlante», ha pubblicato libri per adulti e ragazzi, dalle fiabe ai saggi, tra cui Una vita imprudente. Percorsi di un diversabile in un contesto di fiducia e il più recente Da geranio a educatore. Frammenti di un percorso possibile, entrambi editi da Erickson. Ha collaborato e collabora con varie riviste e testate, come il «Messaggero di Sant’Antonio», per cui cura da anni la rubrica “DiversaMente”. Il 18 Maggio 2011 è stato insignito della laurea ad honorem dall’Università di Bologna, in Formazione e Cooperazione.
Nella colonnina qui a fianco (Articoli correlati), i contributi che abbiamo finora pubblicato, nell’àmbito di Pensiero Imprudente.