«Manifestiamo tutta la nostra preoccupazione per la situazione che, per quanto a noi noto e per come viene descritta, contiene in sé seri profili di discriminazione. Riteniamo che le carenze denunciate, relative allo stabile individuato per il trasferimento e le ricadute che questo potrebbe produrre sulla concreta realizzazione del diritto allo studio degli alunni frequentanti, in particolar modo gli alunni con disabilità, siano di per sé elementi più che sufficienti per sospendere questo iter»: a cosa si riferiva con queste parole la Federazione LEDHA Milano (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), in un messaggio di diffida inviato poco più di un anno fa al Comune di Milano, con la richiesta di apertura di un tavolo di confronto? Si riferiva al trasferimento della Scuola Secondaria di Primo Grado Statale “Per ciechi” Vivaio di Milano dall’attuale sede presso l’Istituto dei Ciechi (Via Vivaio), rispetto alla quale il Comune aveva affermato di non poter più sostenere l’affitto della struttura, a un’altra in Viale D’Annunzio.
Di fronte a un ricorso presentato dalle famiglie, nel dicembre dello scorso anno il TAR di Milano (Tribunale Amministrativo Regionale) aveva decretato che il trasferimento non avrebbe garantito lo stesso standard di educazione ad alunni e alunne, ma recentemente, il Consiglio di Stato aveva ribaltato tale pronunciamento, dando via libera allo spostamento nella nuova sede.
A questo punto è opportuno anche raccontare di quale scuola si stia esattamente parlando. Pensata alla metà degli Anni Settanta per gli alunni e le alunne non vedenti, la struttura di Via Vivaio offre attualmente un percorso particolare a studenti vedenti, non vedenti e con altre disabilità e alle loro famiglie. Gli iscritti sono circa 270, di cui 38 con patologie particolarmente gravi, 70 con BES (Bisogni Educativi Speciali) e gli altri selezionati anche attraverso particolari attitudini musicali. Una scuola, quindi, che è certamente tra le più inclusive e non certo solo a Milano.
Ma quali sono i «seri profili di discriminazione» rilevati lo scorso anno dalla Federazione LEDHA Milano, di cui abbiamo parlato inizialmente? Essi, a quanto pare, sono emersi con chiarezza anche durante un sopralluogo dei giorni scorsi nella nuova struttura di Viale D’Annunzio.
Come segnalano infatti le famiglie, si parla di corridoi stretti che renderebbero estremamente complicata l’accessibilità e la fruibilità degli spazi comuni da parte degli studenti con disabilità. La palestra, inoltre, presenta gravi limitazioni strutturali, senza contare la mancanza di bagni adeguati a chi abbia una disabilità. E ancora, i dislivelli presenti nella struttura richiedono l’installazione di montascale, alcuni dei quali non ancora presenti, mentre la presenza di porte antincendio e di percorsi complessi comprometterebbe ulteriormente l’accessibilità e la sicurezza di alunni e alunne e soprattutto di quelli con ipovisione, disabilità motoria o disturbi dello spettro autistico.
A questo punto la decisione riguardante il trasferimento sembra irrevocabile, mentre il Consiglio di Stato, dopo il pronunciamento che ha sbloccato i lavori sulla nuova sede, ha fissato un’ulteriore udienza per il 24 ottobre, ovvero ad anno scolastico iniziato!
Dal canto loro, le famiglie degli alunni, insieme ad alcuni professori, nel sottolineare l’inadeguatezza strutturale della sede prevista, hanno promosso proprio per il pomeriggio di oggi, 9 giugno, un evento in Via Vivaio, denominato significativamente Un abbraccio alla Scuola Vivaio, augurandosi, naturalmente, che il Comune voglia cercare di individuare un percorso condiviso per il futuro di una scuola ritenuta un vero e proprio modello di inclusione.
Fin qui i fatti. Da parte nostra, naturalmente, apriamo le pagine di «Superando.it» ad ogni motivata replica e precisazione che il Comune di Milano volesse inviarci. (S.B.)
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