Una grande partecipazione ha caratterizzato l’8 giugno scorso a Gorizia, presso gli Orti Sociali GRASS di Via Sant’Angela Merici (ex fondo Suore Orsoline), l’evento denominato Riaprono gli Alti e Altri Orti sociali – Progetto per la creazione di orti collettivi sociali fruibili anche da persone con disabilità [se ne legga anche la nostra ampia presentazione, N.d.R.], alla presenza di tutte le organizzazioni coinvolte, l’ANFFAS di Udine (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e del Neurosviluppo), capofila del progetto, la FISH Friuli Venezia Giulia (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), le Associazioni goriziane AATC (Associazione Amici dei Traumatizzati Cranici), Diritto di Parola, Ge.Co. (Genitori Consapevoli – Associazione Famiglie di Disabili), GRASS (Gorizia Riscopre l’Agricoltura Sociale e Solidale), l’ANFAMIV di Udine (Associazione Nazionale delle Famiglie delle Persone con Minorazioni Visive) e le sedi locali di ANFFAS, APICI (Associazione per gli Invalidi Civili e Cittadini Anziani) e UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).
Come riferito a suo tempo su queste pagine, nel nome del progetto Alti e altri orti sociali, il concetto di “alti” era stato spiegato riferendosi a degli orti pensati per chi si muove in carrozzina e per persone con disabilità visiva e quello di “altri” perché l’ATER di Gorizia aveva già reso attivi alcuni spazi dedicati all’agricoltura urbana.
In estrema sintesi, si tratta di un’iniziativa che si propone di contrastare l’isolamento sociale delle persone con disabilità, di favorire la collaborazione fra enti senza scopo di lucro, di ampliare la conoscenza del mondo del volontariato e di sostenere l’agricoltura biologica.
Ad aprire l’incontro dell’8 giugno, moderato dal giornalista Pierpaolo Gregori, è stato Giampiero Licinio, presidente della FISH Friuli Venezia Giulia, che ringraziando in particolare il progettista Francesco Portelli, l’azienda IMPLA di Carlo Colledoni, che ha donato gratuitamente tutto il lavoro di vetroresina per i tre contenitori di orti rialzati, e Roberto Valusso, che ha seguito la fase della costruzione dei contenitori, ha sottolineato il carattere innovativo e inclusivo di questa iniziativa interprovinciale, poiché tutte le persone con disabilità e con ridotta mobilità possono fruire degli spazi in completa sicurezza, svolgendo delle attività che mettono la persona a stretto contatto con la terra e la natura.
Sentitissimi ringraziamenti, inoltre, Licinio ha rivolto alla Regione Friuli Venezia-Giulia e alla Fondazione CARIGO, che hanno finanziato il progetto (la Regione grazie a un bando del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ai sensi degli articoli 71 e 73 del Decreto Legislativo 117/17), nonché a Silvana Romano, assessora al Welfare del Comune di Gorizia, che fin dall’inizio ha creduto in questa esperienza del tutto originale.
Dal canto suo, Maria Cristina Schiratti, presidente dell’ANFFAS di Udine, ha sottolineato che questo progetto insegna come «non esistano singole disabilità e categorizzazioni, ma ci sono diritti e opportunità uguali per tutti ed obiettivi che possono essere conseguiti soltanto lavorando insieme». Schiratti ha concluso ricordando la cospicua formazione svolta dalla propria Associazione, molto apprezzata dalle tante persone con disabilità intervenute ai vari incontri.
A seguire, Ferdinando Russo, presidente di GRASS, manifestando viva soddisfazione per quanto fin qui fatto, ha sottolineato il clima conviviale e molto accogliente «che si respira in quest’area, dove chi arriva pensa di fermarsi pochi minuti e invece rimane per parecchie ore».
A rappresentare la Fondazione CARIGO c’era il presidente Roberto Bergamin che, ricordando il lungo percorso finora svolto, ha posto l’accento sul gioco di squadra e sulla condivisione di obiettivi e progettualità che chi si propone di sostenere le iniziative delle Associazioni auspica vi siano sempre: «Le divisioni – ha concluso -, così come la mancanza di un’efficace regia, non aiutano».
E ancora, Fabio Russiani, presidente dell’ATER di Gorizia, proprietaria del terreno concesso in uso gratuitamente a GRASS, si è detto orgoglioso, come Ente che è vicino a tutte le persone in situazioni di fragilità, di avere contribuito all’ottima riuscita dell’iniziativa, fornendo la disponibilità dell’ATER anche per i passi futuri.
Hanno chiuso la giornata gli interventi della già citata Silvana Romano, assessora comunale di Gorizia, e di Riccardo Riccardi, Assessore alla Salute, alle Politiche Sociali, alla Disabilità e alla Protezione Civile della Regione Friuli Venezia-Giulia.
Romano, ricordando il proprio coinvolgimento nel progetto fin dalle fasi iniziali, si è detta più che soddisfatta di quanto finora ottenuto e ha voluto rimarcarne il valore aggiunto: «Tutte le Associazioni dovrebbero trarre esempio da Alti e altri orti e unirsi facendo rete, perché i risultati ci sono».
Prima di cedere la parola a Riccardi, il moderatore Gregori ha voluto porre l’accento sul fatto che «per la prima volta la Regione ha avviato per il tramite dell’Assessore Riccardi un dialogo continuo, proficuo e collaborativo con tutto il mondo del volontariato; tutta la struttura regionale ha accompagnato e ancora sta accompagnando le associazioni al grande cambiamento legato all’operatività del RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore). A tal fine, è stato istituito un Tavolo della Generalità, dove ogni soggetto può, in un clima di condivisione e collaborazione, evidenziare le criticità e difficoltà connesse al mondo del volontariato, senza il quale nemmeno il Progetto Orti sarebbe esistito».
L’assessore Riccardi, quindi, complimentandosi per l’iniziativa, ha dichiarato: «Questa bellissima avventura è stata resa possibile dal grande patrimonio di Terzo Settore che la nostra Regione può vantare, con numeri importantissimi, riuscendo ad abbattere molti muri. Questo è un progetto, nato come agricoltura urbana, che ha molteplici pregi e la grande forza della sinergia: la vitalità che si sprigiona quando istituzioni, enti, associazioni, privati e cittadini si uniscono per raggiungere insieme un obiettivo comune, a favore delle persone fragili, ma non solo».
«Ringrazio l’ATER, Ente che ricopre per sua natura una funzione sociale, per avere concesso in comodato i terreni del fondo, a loro volta affidati a persone che qui possono non solo coltivare e far crescere il loro orto o il loro giardino, ma soprattutto incontrarsi, parlare, dialogare, integrarsi. In due parole, stare bene. Iniziative come queste liberano risorse, energie, e fanno vivere meglio tutta la comunità», ha concluso Riccardi, che si è unito alla messa a dimora delle prime piantine.
La prossima sfida proposta dall’assessora Romano è il recupero di una serra già esistente, sfida colta dal Presidente dell’ATER e sarà proprio questo il prossimo obiettivo della rete associativa. (Lorenza Vettor)
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